Storie di altri millenni ma che accadono nel ventunesimo secolo e che la dice lunga sui confini spesso abusati tra fede e ragione. Questa è la storia che vede protagonista discusso una pediatra americano del Michigan che ha rifiutato di prendere in cura una bimba di appena sei giorni: “Non posso visitare vostra figlia, ma ho pregato a lungo per voi”. Perché? La dottoressa ha contestato il fatto che la piccola fosse figlia di una coppia di madri lesbiche. Loro, Jami e Krista Contreras, aspettavano la dottoressa Vesna Roi, incontrata qualche tempo prima durante un appuntamento prenatale, per far visitare loro figlia Bay. Ma ad accoglierli presso la clinica Roseville è stato invece un altro medico, che ha comunicato alle madri che la dottoressa non si sarebbe più occupata della piccola perché “pregava per loro e non era in grado di prendersi cura di Bay”. Di lì lo stupore delle due donne e il commento, legittimo: “Siamo genitori da poco e stiamo solo cercando di proteggere nostra figlia. Conosciamo le difficoltà che saremo costrette ad affrontare in questo mondo, ma eravamo impreparate a trovarcele di fronte in un ospedale, dove eravamo giunti per far curare una bambina di appena sei giorni”.
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Dal canto suo, la pediatra, con una lettera alle due donne, ha cercato di motivare le ragioni della sua scelta: “Dopo aver a lungo pregato per voi, dopo la visita prenatale, ho capito che non sarei stata in grado di sviluppare un adeguato rapporto medico paziente, come faccio di solito. Io credo che Dio ci dia il libero arbitrio e non giudicherei mai nessuno in base alle proprie scelte. Anche in questo caso sono molto dispiaciuta per le reazioni di rabbia e dispiacere che si sono generate in seguito alla mia decisione. Mi auguro accettiate le mie scuse”. Una scelta, quella della dottoressa, giuridicamente legittima ma che non ha fermato i due genitori che hanno comunque deciso di rendere nota la propria storia: “Discriminare un bambino è semplicemente sbagliato”. Già…
Se un medico dice a una mamma: “Ognuno ha una disgrazia, sua figlia è Down”