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Papa Francesco, il rito della chiusura della bara: cosa si mette nel feretro

  • Italia

Nella serata di venerdì 25 aprile, alle ore 20, la Basilica di San Pietro sarà teatro di un evento solenne e carico di significato: il rito della chiusura della bara di Papa Francesco, una cerimonia che precede la cosiddetta “terza stazione”, ovvero la tumulazione. Si tratta di un momento altamente simbolico all’interno dell’iter funebre previsto per un Pontefice, regolato dai numeri 66-81 dell’Ordo Exsequiarum Romani Pontificis. A presiedere la cerimonia sarà il camerlengo, cardinale Kevin Joseph Farrell. La celebrazione, però, sarà diversa rispetto alle precedenti, perché il Papa stesso, fedele alla sua linea di semplicità e sobrietà, ha voluto modificare una tradizione secolare: niente più tre bare, ma una sola.

Al posto della consueta triplice struttura di cipresso, zinco e legno nobile, sarà utilizzata un’unica bara in legno, rinforzata da un rivestimento di zinco. Una scelta significativa, che rompe con la prassi consolidata riservata ai suoi predecessori. In passato, la prima cassa in legno di cipresso veniva chiusa con nastri rossi sigillati dalla Camera apostolica, dalla Prefettura, dal Capitolo vaticano e dalla Prefettura delle Celebrazioni. Tale cassa veniva poi inserita in una seconda di metallo e infine racchiusa in una terza di legno più resistente, decorata con la croce e lo stemma papale.

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Papa Francesco, tutto sul rito della chiusura della bara

Prima della chiusura definitiva, il volto di Papa Francesco sarà coperto con un velo di seta bianca, un gesto delicato e toccante. All’interno della bara verranno collocati oggetti simbolici che raccontano la sua storia e il suo pontificato: una borsa contenente monete coniate durante gli anni del suo servizio, medaglie in argento e bronzo che testimoniano le tappe del suo cammino, e infine il Rogito. Questo documento, custodito in un tubo metallico, è una sorta di testamento narrativo del pontefice, redatto dal maestro delle cerimonie, che ne ripercorre le principali opere, decisioni e momenti di vita.

Alla cerimonia, per volontà dello stesso Papa, parteciperà un numero ristretto di persone. Saranno presenti, oltre al cardinale Farrell, i cardinali Giovanni Battista Re, decano del Collegio Cardinalizio, Roger Michael Mahony, Dominique Mamberti, Mauro Gambetti, arciprete della Basilica di San Pietro, e Pietro Parolin, già segretario di Stato.

Accanto a loro ci saranno anche figure chiave della struttura vaticana come Baldassare Reina, vicario generale per la diocesi di Roma, e Konrad Krajewski, elemosiniere di Sua Santità. Non mancheranno i monsignori Edgar Peña Parra, Ilson de Jesus Montanari e Leonardo Sapienza, insieme ai Canonici del Capitolo Vaticano, ai Penitenzieri Minori, ai segretari del Pontefice defunto e ad altre persone ammesse dal maestro delle Celebrazioni Liturgiche Pontificie.

La celebrazione di questa sera, pur nella sua sobrietà, sarà un momento di grande raccoglimento, non solo per la Chiesa cattolica ma per il mondo intero. Si chiude così una fase fondamentale del rito funebre, con un ultimo omaggio a un Papa che ha segnato il proprio tempo non solo con gesti di fede, ma con scelte di essenzialità e umiltà che, anche nel momento dell’addio, continuano a parlare.


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