Ieri, durante la fiaccolata in ricordo di Giulia a Vigonovo, il papà di Filippo aveva detto: “Appena avrò coraggio andrò a trovare il papà di Giulia”. Quel giorno non è ancora arrivato, ma poco fa Nicola Turetta ha mandato un messaggio a Gino Cecchettin. Papà Gino che aveva spiegato i suoi sentimenti attuali: “Non provo né odio, né rabbia per Filippo. Non provo nulla, penso alla mia Giulia che è andata e non c’è più”. Parole che aprono un solco nel clima di assurdo di questa vicenda, un lampo di luce in una stanza buia.
Per l’inizio del processo che dovrà dare giustizia a Giulia Cecchettin i tempi sono tutti da stabilire. Filippo Turetta è attualmente recluso in un carcere tedesco e l’estradizione in Italia arriverà tra massimo dieci giorni. Poi partirà l’iter. L’unica cosa certa è che al fianco di Filippo ci sarà la sua famiglia. Nicola Turetta e sua moglie non hanno dubbi in proposito.

Giulia Cecchettin, il messaggio del papà di Filippo: “Perdono”
“Sembrava il figlio perfetto – ha detto Nicola – lo abbraccerò? Non so ma resta mio figlio. La prima cosa che gli chiederò è perché ha fatto questo a Giulia”. Perché l’ha uccisa e perché ha inflitto una condanna senza appello alla famiglia Cecchettin che dovrà vivere per sempre senza sua figlia. A Gino oggi Nicola Turetta ha scritto.

Lo ha fatto sapere Emanuele Compagno, difensore di Filippo Turetta. Un messaggio su WhatsApp nel quale gli espresso “la massima partecipazione al loro dolore, e una forte vicinanza” chiedendo “perdono” e aggiungendo che “Filippo dovrà pagare quel quello che ha fatto”. L’omicidio di Giulia Cecchettin ha provocato anche la razione dell’Unione Europea. Oggi, aprendo i lavori della seduta plenaria del parlamento UE a Strasburgo, la presidente del Parlamento Europeo Roberta Metsola è intervenuta.

“Nove giorni fa è stata denunciata la scomparsa di Giulia Cecchettin, studentessa di Ingegneria biomedica di 22 anni – dice Metsola -. Il suo corpo senza vita è stato trovato massacrato, vicino a un lago nel nord-est dell’Italia. Ci sono molti esempi di abusi e omicidi di donne in Europa, semplicemente per il fatto di essere donne. Servono più condanne per coloro che predano le donne, dobbiamo porre fine alla rimanente cecità istituzionale nei confronti di questa epidemia”.