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“Perché non frequento i vaccinati”. Paolo Brosio fa discutere: “Sono meglio gli altri”

  • Italia

Si cerca di contenere l’avanzata dei contagi da Covid 19. A ridosso del Natale c’è stata una impennata e per giovedì 23 dicembre è prevista la cabina di regia e il governo si esprimerà sulla base dei nuovi dati e sulle indicazioni degli scienziati nella cabina di regia. A riassumere le misure ci ha pensato il Corriere della sera: “La cabina di regia renderà obbligatorio il tampone anche per chi è vaccinato per poter partecipare agli eventi, alle feste, per andare nei luoghi affollati come stadi, cinema e teatri”. Poi “se i contagi dovessero ancora salire potrebbe rendersi inevitabile introdurre l’obbligo vaccinale a tutti i lavoratori sulla falsariga di quanto fatto per alcune categorie”.

Insomma si ragiona anche sull’ipotesi secondo cui sarebbe stato necessario avere un tampone negativo per partecipare ai grandi eventi o andare nei luoghi affollati, ma come riporta il Corriere della Sera l’idea al momento sarebbe stata presa in considerazione, ma accantonata. E sulla questione che riguarda l’efficacia del vaccino e quella dei test molecolari nel contenimento dei contagi da Covid si è espresso Paolo Brosio.

paolo brosio vaccini tamponi


Il giornalista ha una opinione ben precisa: “I veri problematici sono i vaccinati, non chi non lo è ed è negativo al tampone”. Per lui, raggiunto dall’Adnkronos, i test sono ben più attendibili rispetto al vaccino. Il motivo? “Danno una fotografia in tempo reale di chi ti trovi di fronte: se dovessi scegliere chi frequentare, opterei per chi mi mostrasse un tampone negativo piuttosto che un certificato vaccinale di sei mesi fa”.

paolo brosio vaccini tamponi

Paolo Brosio rincara la dose e paragona i vaccini a un colabrodo: “Non mettiamo sullo stesso piano i non vaccinati e i guariti, perché i secondi, non trasmettendo il virus, sono una risorsa. E i virologi non dovrebbero dimenticare così spesso di dire che esiste una immunità mnemonica cellulare”. Da qui l’idea che il lockdown per coloro che non sono vaccinati sia “inutilmente discriminatorio”, perché “nelle terapie intensive finiscono anche i vaccinati”.

paolo brosio vaccini tamponi
paolo brosio vaccini tamponi

Paolo Brosio non è nuovo a questo tipo di affermazioni. Di recente si è scontrato con Matteo Bassetti a Zona Bianca su Rete 4. “Il vaccino non funziona”, ha esordito Brosio per poi continuare: “Prima dovevano essere testati in laboratorio, poi sugli scimpanzé e dopo sull’uomo. La sperimentazione è stata accelerata al massimo”. L’infettivologo lo ha immediatamente smentito: “Non è assolutamente così. Qui c’era un’urgenza, quindi si sono fatte coincidere due fasi della sperimentazione. Ma la fase uno sull’animale è stata fatta regolarmente (…) Evitiamo di dire che abbiamo fatto un salto nel buio perché è una fandonia!”.


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