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Pierina Paganelli, colpo di scena con le ammissioni di Davide Barzan

  • Italia

Nel fitto intreccio del caso di Pierina Paganelli, spunta una figura controversa che sta attirando sempre più l’attenzione pubblica e mediatica: Davide Barzan. Conosciuto da molti telespettatori per la sua costante presenza nei programmi di cronaca nera, Barzan è salito alla ribalta come legale prima di Louis Dassilva, l’uomo inizialmente indagato per l’omicidio, e poi di Manuela Bianchi, nuora della vittima ed ex amante dello stesso Dassilva. Un cambio di assistiti che non è passato inosservato, soprattutto perché avvenuto in un contesto già segnato da tensioni, sospetti e colpi di scena.

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A sollevare dubbi sull’autenticità del suo ruolo è Valeria Bartolucci, moglie di Dassilva e tra le prime a rivolgersi a Barzan. In una testimonianza rilasciata a Le Iene, Bartolucci ha messo in discussione la reale professione dell’uomo, affermando: “Potrebbe non essere addirittura un avvocato”. Secondo quanto raccontato, Barzan avrebbe agito con modalità decisamente fuori dagli schemi: avrebbe chiesto alla coppia di salvare il suo numero di telefono con la dicitura “avvocato Barzan” per eludere eventuali controlli della Procura e avrebbe insistito affinché lo chiamassero “dottore” o “avvocato” durante gli incontri pubblici. Una strategia che, se confermata, si collocherebbe ben oltre i confini della deontologia professionale.


Omicidio Pierina Paganelli, Davide Barzan non è un avvocato

A gettare ulteriore ombra sulla sua figura è il fatto che ogni documento firmato per gli incarichi legali risulterebbe intestato alla sorella Nunzia Barzan, che affianca il fratello anche nella difesa di Manuela Bianchi. Questo particolare, unito alle dichiarazioni di Bartolucci, ha portato lo scorso dicembre a una denuncia formale per esercizio abusivo della professione. La segnalazione è stata indirizzata all’Ordine degli avvocati di Rimini, che ha parlato di “fatti gravissimi”, lasciando intendere che la situazione sia ben lontana da una semplice irregolarità burocratica.

Il diretto interessato, raggiunto dalle telecamere de Le Iene, ha rotto il silenzio con una sorprendente ammissione: “Non sono un avvocato. Se ho sbagliato qualcosa, ne risponderò”. Alla domanda se fosse almeno in possesso di una laurea in giurisprudenza, Barzan ha preferito non rispondere. Una frase che, di fatto, alimenta ulteriori sospetti sul suo percorso formativo e sulla legittimità con cui ha agito fino a oggi.

La vicenda getta un’ombra inquietante sull’intero impianto difensivo di due protagonisti chiave nel caso Paganelli. Se venisse accertato che Barzan ha esercitato la professione forense senza averne titolo, non solo si configurerebbe un reato, ma potrebbero esserci ricadute significative anche sulle indagini e sugli esiti giudiziari. Intanto, mentre si attendono verifiche e risposte ufficiali da parte delle autorità competenti, la figura di Davide Barzan si impone come un elemento disturbante in una storia già densa di misteri e rivelazioni.


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