Si è concluso quest’oggi, 9 ottobre 2018, il processo d’Appello per l’omicidio di Isabella Noventa. Per il terzetto diabolico, colpevole dell’omicido premeditato dell’impiegata di 55 anni, abitante ad Albignasego alle porte di Padova, il cui corpo non è mai stato ritrovato, è arrivata la condanna. Confermata sentenza di primo grado. Trent’anni di carcere sono stati inflitti a Freddy Sorgato, il suo amante, probabilmente l’autore materiale del delitto, avvenuto a Noventa Padovana. Stessa pena per la sorella Debora Sorgato, che lo avrebbe aiutato a sbarazzarsi della donna e che anzi sarebbe stata indicata dalla terza imputata come la vera esecutrice.
E ancora: 16 anni e 10 mesi la tabaccaia Manuela Cacco, che nella notte tra il 15 e il 16 gennaio del 2016 partecipò a una strampalata messinscena, indossando la giacca a vento della vittima, per simulare che attorno a mezzanotte Isabella stava passeggiando in piazza Insurrezione nel centro di Padova. Ma a quell’ora la donna era già morta. A presiedere la giuria del processo di secondo grado vi era Alessandro Apostoli Cappello, affiancato dalla collega Mariagrazia Balletti con sei giurati popolari, tre uomini e tre donne. Isabella Noventa è stata uccisa la notte tra il 15 e il 16 gennaio del 2016. (Continua a leggere dopo la foto)
Stando alla confessione di Freddy Sorgato, autotrasportatore di benzina arrestato un mese dopo, la 54enne segretaria di Albignasego sarebbe morta in seguito ad un rapporto sessuale estremo, terminato con il soffocamento della donna nella sua casa di Noventa Padovana. Successivamente, colto dal panico, l’ uomo avrebbe fatto sparire il corpo della donna nel fiume Brenta, distante pochi chilometri dalla sua abitazione. Stando invece alla ricostruzione fatta dalla squadra Mobile (coordinata dal pm di Padova Giorgio Falcone), che si è avvalsa della collaborazione di Manuela Cacco, a uccidere la Noventa sarebbero stati Freddy e la sorella Debora. (Continua a leggere dopo la foto)
I due avrebbero assassinato la donna la notte tra il 15 e il 16 gennaio 2016 a casa di Freddy: dopo averle messo un sacco in testa le avrebbero colpito violentemente il capo con una mazzetta, poi avrebbero fatto sparire il corpo nel Brenta mettendo successivamente in atto un depistaggio per sviare le indagini, ovvero avrebbero detto alla Cacco di indossare il giubbetto di Isabella e di camminare in centro a Padova, di notte, per farsi riprendere dalle telecamere, simulando così un allontanamento volontario della vittima. Movente dell’omicidio sarebbe la gelosia di Debora nei confronti di Isabella, di cui il fratello Freddy era succube. (Continua a leggere dopo la foto)
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La difesa aveva puntato tutto sull’assenza di prove concrete che i fatti si fossero svolti secondo la ricostruzione data da Manuela Cacco: nella villa di Sorgato non è stata trovata traccia di Dna che confermi la morte violenta della donna. Il procuratore generale Giancarlo Buonocore aveva chiesto la conferma delle condanne di primo grado per tutti e tre gli imputati. Il corpo di Isabella Noventa non è mai stato trovato.