Ha ormai qualche anno la storia di Guido Martinetti, il manager di successo che ha fondato la catena di gelaterie Grom che 5 anni fa ha vissuto un evento tragico. Era alla guida della sua auto quando, a causa di un colpo di sonno dovuto a qualche bicchiere di troppo, è andato a sbattere contro una macchina su cui viaggiavano un uomo di 65 anni con la moglie. L’anziano morì sul colpo, la moglie ebbe 40 giorni di prognosi e Guido riportò traumi toracici, addominali e altre lesioni. Questa storia è oggi tornata di attualità perché ricorda purtroppo quella di Vasto. Ma Guido oggi può raccontarla, a differenza di Italo D’Elisa, perché sta facendo i conti con il senso di colpa ma è stato subito perdonato da M., la figlia dell’uomo. La storia è raccontata da Selvaggia Lucarelli, autrice di un’intervista a Guido e alla donna che ha saputo perdonarlo: “Avevo sentito i miei quella sera, stavano partendo per tornare a casa da una vacanza. Alle 3 mio padre era già morto, mi chiamano dall’ospedale dicendomi che mamma e un ragazzo erano in prognosi riservata”. (Continua a leggere dopo la foto)

La donna prosegue con il suo racconto di quella notte: “All’inizio pensavo fosse stato mio padre a provocare l’incidente, mi sono sentita dalla parte della famiglia di chi ha fatto morire qualcuno e questo mi ha subito aiutata a capire che non esiste un solo tipo di dolore in queste vicende”. Dopo l’operazione, a Guido era stato detto di aver provocato la morte dell’uomo. Per questo chiese subito di poter parlare con i familiari: “Era un periodo difficile, lavoravo molto ed ero sotto stress. Così arrivai a bere e provocare quell’incidente, possedendo l’arroganza più grande: quella di disporre della vita di una persona”.
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La figlia del 65enne ha trovato la forza di perdonare, anche grazie al comportamento di Guido: “Lui ha ammesso tutte le sue colpe ed è stato di una sincerità disarmante”. La drammatica vicenda di Vasto ha fatto subito tornare in mente l’episodio che ha coinvolto Guido nell’agosto del 2012: “L’ho saputo proprio da M., io ho avuto la fortuna di essere perdonato e questo mi spinge a vivere, perché sono in debito con la vita. Devo restituire e trasformare in qualcosa di buono questa opportunità che ho avuto”. La donna, invece, spiega come per ognuno la reazione sia diversa: “Io ho perdonato Guido, mia madre e mia zia no. Loro vivranno sempre nel rancore per un dolore così forte, io invece non me la sentivo di convivere con un sentimento così negativo”.
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