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Per chi crede nel malocchio, Ecco svelata l’antica formula per eliminarlo…

  • Italia

Mettiamo subito in chiaro una cosa: non crediamo nel malocchio né nella jella, né negli iettatori o menagrami. Ma la superstizione è parte integrante della cultura italiana: riti e formule magiche trasmesse di generazione in generazione offrono uno spunto divertente per conoscere meglio la nostra variegata tradizione popolare.
Partiamo dallo jettatore: personaggio oscuro e solitario, evitato da tutti, quasi sempre vestito di nero e con occhiali scuri, al quale basta anche solo uno sguardo per mandare un maleficio. Come si fa a non pensare subito alla magistrale interpretazione di Totò in Questa è la vita (1954), nell’episodio “la patente”? Nel film, ispirato a una novella di Pirandello, Totò, nei panni di Rosario Chiàrchiaro è vittima dei pregiudizi superstiziosi dei compaesani ma trova il modo di ribaltare la sorte avversa e far fruttare questa sua sfortuna. Vale sempre la pena vedere il Principe in azione:

 

Per far fronte a malocchi e jettature ogni regione ha elaborato diversi riti risolutori. A volte si tratta di antichi scongiuri come Uocchio, malocchio,frutticielle a ll’uocchio, prutusino  e ffenucchio, o formule più moderne quali aglio,fravaglie e ffattura ca nun quaglia cap’ ‘alice e capa d’aglio, cuorno e bicuorno!  Solitamente si tratta di una commistione di rituali pagani e preghiere cristiane, in ogni caso sono formule pittoresche tramandate oralmente e custodite gelosamente dalle anziane della comunità.

Ne abbiamo raccolte alcune e ve le proponiamo qui di seguito:

“Io ti libero dalla testa ai piedi, chi ti ha fatto del male deve farti del bene. Occhio, contr’occhio, mettiglielo all’occhio. Schiatta il diavolo e crepa l’occhio”.


Oh N. N. (il nome del paziente) malarusu, chi aviti, chi malisti? Fu l’occhiu chi sducchiò. Fu la vucca chi parrò. Tri cunzati e dui guastati. Padri, Figghiu e Spiritu Santu! Si cosa cci ha, A mari si nni va In nomu di la Santa Trinità! (Sicilia)

La versione italiana dello scongiuro è la seguente:

Oh, N. N. (il nome del paziente) triste! Che cosa ti capitò, che male avesti? Fu l’occhio quello che guardò maleficando, Fu la bocca che parlò. Tre acconciate, due guastate: Padre, Figliuolo e Spirito Santo! Se cosa (alcun maleficio) ci ha Che se ne vada (a sprofondarsi) nel mare In nome della SS. Trinità.

Contro er malocchio o occhiaticcio che sii, bbisogna portà’ addosso la mollica der pane, er sale, er pelo der tasso, l’acqua de le sette Bbasiliche e’ llumencristi, o li cornétti de corallo, speciarmente de quelli trovati pe’ strada o cche vve so’ stati arigalati.
E quanno quarchiduno ve fa er malocchio bbisogna dije : « Malocchio nun ce possi, e ttaràntola t’entri in cu… », – e in der medemo tempo faje tanto de corna. (Lazio)

Ti riscioglio ra la capo a lo pere. Chi t’a fatto lo male t’adda fa’ lo bene. Uocchi, contruocchi, shcatta maluocchi; uocchi, contruocchi, crepa maluocchi. (Campania)

Che tradotto suona più o meno così:

Ti libero dalla testa al piede. Chi ti ha fatto del male deve farti del bene. Occhio, contr’occhio, schiatta malocchio; Occhio, contr’occhio, crepa malocchio.

San Sisto, San Sisto lo spirito tristo e la mala sorte di giorno e di notte, tu caccia da questa, tu caccia da noi; tu strappa e calpesta
ogni occhio che nuoce, Qui faccio la croce (Abruzzo)

 

Il metodo dell’acqua e dell’olio:

È un metodo sconsigliato a chi non ha una particolare esperienza. Per il rito si avvale di acqua , olio e una candela benedetta : si mette l’acqua in un piatto, si accende la candela, poi la persona che abbia il sospetto di essere stata colpita dal malocchio, tocca con la mano sinistra il piatto contenente l’acqua e con la destra la spalla dell’operatore che nel mentre traccia un segno di croce sulla fronte della persona colpita e un altro poi sul piatto con l’acqua.

Terminati i segni di croce la persona colpita può togliere le mani dal piatto e dall’operatore. L’operatore a questo punto prende la brocchetta con l’olio e fa cadere una prima goccia nell’acqua : se la goccia non resta compatta ma si sbriciola tendendo a mescolarsi con l’acqua è già segno certo che la persona è colpita da malocchio o invidia. Si lasciano cadere quindi altre due gocce d’acqua : nel caso confermassero il risultato di prima, ossia le gocce d’olio sembrano sparire nell’acqua si può procedere alle orazioni e formule per “togliere” il malocchio. In genere è molto usata questa antica orazione che va interposta a segni di croce :

“Oh padre potentissimo! Oh madre la più tenera delle madri! Oh esemplare ammirabile della materna tenerezza! Oh figlio, fiore dei figli! Oh forma di tutte le forme! Anima, spirito, armonia di tutte le cose. Conservateci, proteggeteci, guidateci, liberateci da tutti gli spiriti maligni che ci assediano continuamente senza che noi lo sappiamo. Amen ”

Dopo qualche minuto si può intravedere nel piatto che le gocce di olio hanno preso o la forma di un cerchio oppure a bastoncino : nel primo caso il malocchio è stato fatto da una donna, nel secondo caso è stato fatto da un uomo. Subito dopo seguono le altre preghiere per “liberare” dal malocchio il malcapitato.

Spesso occorre versare altre gocce di olio, perché le prime risultano insufficienti a determinare la presenza del malocchio : in questo caso il malocchio , si dice, è di forma lieve. Una variante di questo rito consiste nell’utilizzare la candela benedetta per bruciare l’olio versato nel piatto : in tal caso le gocce da versare sono inizialmente 5 . Con un miccetto accesso alla candela benedetta si tenta di bruciare l’olio . Quelle che formeranno un anello tentando di “fuggire” la fiamma del miccetto sono assolutamente da bruciare in quanto negative. Quelle che si lasceranno catturare dal miccetto andranno bruciate definitivamente sulla candela benedetta : se bruceranno friggendo, ossia con il caratteristico rumore dell’olio che brucia, saranno normali, se invece “bollire” senza far rumore saranno negative e nadranno assolutamente bruciate consumandole fino alla fine.

Può capitare che le gocce versate nell’acqua si espandono assumendo forme svariate : andranno accuratamente raccolte dal miccetto e bruciate per intero in tutta la loro forma. Da ultimo va ricordato che se le gocce, raggiunte dal miccetto, bruciando produrranno una bolla è segno che esiste “una volontà” che cerca di sopraffare il pensiero del colpito.

La formula più sicura! 🙂
Ma probabilmente, tra tutte, la formula più conosciuta è quella voodoo-pugliese recitata da Altomare nella sua vasca da bagno, nella celebre scena del film Occhio, malocchio, prezzemolo e finocchio, diretto da Sergio Martino e interpretato da Lino Banfi nel 1983:

 Occhio, malocchio, prezzemolo e finocchio, ego me baptizzo contro il malocchio. Puh! Puh! E con il peperoncino e un po’ d’ insaléta ti protegge la Madonna dell ‘Incoronéta; con l’olio, il sale, e l’aceto ti protegge la Madonna dello Sterpeto; corrrrrno di bue, latte screméto, proteggi questa chésa dall’ innominéto.

 

 

 

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