Dopo il caso di Oppido Mamertina (nella foto), un’altra processione infangata dall’ossequio a un boss. E forse è stato più di un inchino, nella mente di chi ha promosso lo stop del corteo religioso. L’uomo in questione, Alessandro D’Ambrogio, domenica sera non era nelle vie di Ballarò perché al 41bis nel carcere di Novara. E allora i suoi “fedeli” hanno voluto fermarsi davanti alla sua agenzia di pompe funebri, a rendere omaggio al “sacrificio” della lontananza dal suo quartiere. Il prete si giustifica, a modo suo, forse in modo non troppo convincente. Ma una presa di posizione da parte delle gerarchie ecclesiastiche, a questo punto, appare necessaria. Parlare di carità, fede e rispetto. La mafia è un’altra cosa.