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Pierina Paganelli, a parlare di svolta è Carmelo Abbate: “Sviluppi clamoroso e un testimone”

  • Italia

Il caso di Pierina Paganelli continua a riservare colpi di scena e sviluppi sorprendenti, come emerso nell’ultima puntata di “Quarto Grado”. Carmelo Abbate, giornalista da tempo vicino alle indagini, ha infatti svelato nuovi dettagli che potrebbero aprire scenari ancora inesplorati. Ospite di Gianluigi Nuzzi, Abbate ha ribadito che la vicenda non può considerarsi chiusa e che nelle prossime settimane potrebbero emergere elementi clamorosi, capaci di ridefinire l’intera dinamica dell’omicidio.

Secondo quanto raccontato da Abbate, la posizione di Manuela Bianchi, una delle figure chiave dell’indagine, sembra ormai chiara: “Per i giudici Manuela Bianchi è una donna leale”, ha detto il giornalista, spiegando che quanto emerso durante l’incidente probatorio corrisponde a verità. “È sicuro che Manuela non ha commesso l’omicidio di Pierina Paganelli né lo ha ordinato”, ha aggiunto, sgombrando il campo da ulteriori sospetti su di lei. Più critico invece il suo giudizio su alcune intercettazioni relative a Valeria Bartolucci: “Rimango basito quando sento che l’intercettazione viene definita inattendibile”, ha commentato, sottolineando che le parole di Valeria non sarebbero affatto decontestualizzate.

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Pierina Paganelli, a parlare di svolta è Carmelo Abbate: “Sviluppi clamoroso e un testimone”

Uno dei punti centrali della serata è stato il tema del depistaggio. Carmelo Abbate ha voluto precisare, rivolgendosi direttamente a Gianluigi Nuzzi, che a suo avviso il depistaggio non sarebbe avvenuto contestualmente all’omicidio, ma solo in un momento successivo. “Tu stai uccidendo una persona che urla in modo disumano: cosa fai? Ti nascondi”, ha spiegato, illustrando che l’assassino, subito dopo l’omicidio, si sarebbe rifugiato in un box per alcuni minuti, tentando di ripulirsi e di evitare di essere scoperto. Solo successivamente, quando il pericolo immediato era passato, avrebbe potuto pensare a come depistare le indagini.

Il racconto di Abbate si è fatto ancora più intrigante quando ha accennato alla possibilità che l’assassino non abbia agito da solo. “Vedremo se c’è stato un aiuto”, ha detto, lasciando intendere che gli investigatori potrebbero presto rivelare l’esistenza di un testimone in grado di confermare o smentire la presenza di complici. “Un testimone che non è una persona”, ha precisato enigmaticamente, suggerendo che le prove decisive potrebbero arrivare dall’incrocio di dati raccolti attraverso telecamere, registrazioni audio o altri strumenti tecnologici.

Nel finale, la tensione si è alzata ulteriormente quando Nuzzi ha chiesto se l’audio decisivo fosse quello del litigio tra Manuela Bianchi e Valeria Bartolucci, mandato in onda durante la puntata. Abbate ha escluso questa ipotesi e ha invece ipotizzato un possibile scenario: “Metti che si senta la voce di Louis nell’ora successiva… questo potrebbe già dire che non era solo”, ha spiegato, sottolineando l’importanza di ogni minimo elemento audio nelle indagini. A questo punto, tutto lascia intendere che nei prossimi sviluppi del caso Pierina Paganelli potremmo trovarci di fronte a rivelazioni davvero sorprendenti, in grado di riscrivere la storia di uno degli omicidi più discussi degli ultimi tempi.


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