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“Non potete farlo a mio padre”. Marina Berlusconi, la denuncia pubblica: “Anche da morto…”

  • Italia
Marina Berlusconi: "Papà perseguitato anche dopo la morte"

A un mese dalla sua scomparsa Silvio Berlusconi torna a far parlare di sé. L’imprenditore e politico, fondatore e leader di Forza Italia e presidente del consiglio italiano, è morto il 12 giungo 2023 all’ospedale San Raffaele di Milano a causa di una leucemia. Il secondo ricovero, seguito a quello di aprile, è stato reso necessario a causa di alcuni valori sballati delle analisi e dopo tre giorni di ricovero Berlusconi è spirato.

Poi i funerali di Stato, i saluti della televisione italian, del mondo dello spettacolo, dello sport e della politica. E ancora inizio mese l’apertura del testamento ufficiale lasciato da Silvio Berlusconi e nei quali ha lasciato le sue indicazioni per l’eredità. Tra gli eredi anche Marcello Dell’Utri, amico fidato di Silvio Berlusconi, finito al centro delle cronache in questi giorni per la perquisizione in casa sua e nei suoi uffici, a Milano, e un interrogatorio è stato fissato per martedì 18 luglio nell’ambito dell’inchiesta della procura di Firenze sulle stragi di cosa nostra del 1993.

Leggi anche: “Devo farlo anche per lui”. Cosa farà Marcello Dell’Utri con i 30 milioni di euro lasciati da Silvio Berlusconi

Marina Berlusconi: "Papà perseguitato anche dopo la morte"


Marina Berlusconi: “Papà perseguitato anche dopo la morte”

Sul caso è intervenuta Marina Berlusconi, che in una lettera al Giornale ha difeso il padre, fino a poco tempo fa indagato insieme a Dell’Utri. Il 12 luglio scorso l’ex senatore Marcello Dell’Utri è stato perquisito su mandato dei procuratori aggiunti Luca Turco e Luca Tescaroli e dal pm Lorenzo Gestri. Dell’Utri risulta indagato (proprio insieme al fondatore di Forza Italia) in relazione a un presunto ruolo di “mandante esterno” delle stragi del 1993 e del 1994. “Silvio Berlusconi perseguitato anche da morto” con “l’accusa più delirante, quella di mafiosità“. “Una parte della magistratura è un soggetto politico, teso solo a infangare gli avversari”. Una “tenaglia pm-giornalisti complici” che “condiziona la vita democratica del Paese”, questo in sintesi il pensiero della figlia di Silvio Berlusconi.

Marina Berlusconi: "Papà perseguitato anche dopo la morte"

Al centro dell’inchiesta della procura di Firenze ci sono anche i rapporti economici tra Silvio Berlusconi e l’amico Marcello Dell’Utri, al quale ha lasciato 30 milioni di euro (ma questo non è oggetto di indagine). “Caro direttore, ma la guerra dei trent’anni non doveva finire con Silvio Berlusconi? Dopo di lui, il tema giustizia non doveva tornare nei binari della normalità? No, purtroppo non è così. Ha aspettato giusto un mese dalla sua scomparsa, la Procura di Firenze, per riprendere imperterrita la caccia a Berlusconi, con l’accusa più delirante, quella di mafiosità. Mentre nel Paese il conflitto tra magistratura e politica è più vivo e violento che mai”, si legge nella lettera scritta da Marina Berlusconi al Giornale.

“Ma davvero qualcuno può credere che Silvio Berlusconi abbia ordinato a Cosa Nostra di scatenare morte e distruzione per agevolare la sua discesa in campo del gennaio 1994? Il nuovo obiettivo è chiaro: la damnatio memoriae”, scrive ancora Marina Berlusconi. “Sia ben chiaro – precisa Marina Berlusconi – spetta solo a politica e istituzioni, nel rispetto del dettato costituzionale affrontare problemi gravi come questo. Sento però la necessità di portare una testimonianza, e una denuncia, innanzitutto come figlia: la persecuzione di cui mio padre è stato vittima, e che non ha il pudore di fermarsi nemmeno davanti alla sua scomparsa, credo contenga in sé molte delle patologie e delle aberrazioni da cui la nostra giustizia è afflitta”.


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