Nell’Italia impoverita dalla crisi economica, le italiane non tornano solo a fare le colf o le badanti, ma anche le prostitute. “Dopo essere stata licenziata avrei preferito fare altre cose, ma se non hai una raccomandazione trovi solo lavoro al nero e sottopagato” racconta una donna che ha fatto questa scelta, e sostiene: “Sono vittima di uno Stato che non consente alle persone di avere una dignità lavorativa”. Una “collega” romena racconta: “Le italiane sono tornate, ma non si mettono sulla strada come noi. Sono studentesse universitarie e massaie. Ricevono in casa e mettono annunci sul web. Hanno ‘drogato’ il mercato perché fanno prezzi stracciati”. (continua dopo il video)
Al “ritorno delle lucciole italiane” è dedicata un’inchiesta pubblicata online dall’Espresso, che spiega: “Disoccupate, operaie, casalinghe, parrucchiere, impiegate, studentesse, a volte iniziano dopo una separazione o per la perdita del lavoro ma ci sono anche quelle che non lo fanno per necessità, ma per aprire un’attività o garantirsi una vacanza o un’automobile. O semplicemente solo per soldi”. Comunque, una libera scelta. Mirta Da Pra Pocchiesa, responsabile del Progetto Vittime del Gruppo Abele, però, commenta: “Se avessero trovato altro, un lavoro soddisfacente, ben remunerato, forse anche la loro storia sarebbe andata diversamente”.
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