È allarme per la pericolosissima moda dell’estate. Qualche anno fa giovani incoscienti si divertivano a lanciare sassi dal cavalcavia con conseguente a volte fatali per i malcapitati guidatori. Adesso, invece, come riporta il Giorno, si fa strada tra i giovani una sorta di rito di iniziazione, o una prova di coraggio o magari l’occasione di un selfie da postare sui social: ma si tratta di un’attività le cui conseguenze potrebbero essere drammatiche.
In sostanza i ragazzi si tuffano nelle acque del lago di Como da grandi altezze, cioè dal bordo della strada, da cavalcavia o ponti. Si tratta di una vera e propria moda che sta spopolando da quelle parti nonostante gli appelli alla prudenza. Alberto Guglielmo, 49 anni, responsabile degli Opsa, gli Operatori polivalenti del soccorso acquatico della Croce rossa lecchese di cui fa parte da 30 anni, ha lanciato l’allarme.
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Le immagini e i video dei ragazzi che saltano nel lago di Como
Lanciarsi da grandi altezze in acqua è pericoloso per diverse ragioni. Innanzitutto c’è il rischio di idrolocuzione: l’acqua del lago è infatti più fredda di quanto si pensi e lo sbalzo termico potrebbe provocare anche un arresto cardiaco. La superficie dell’acqua, poi, diventa dura come il cemento quando ci si tuffa dall’alto.

Infine il fondale del lago è molto irregolare a seconda del livello del Lario, spuntoni e rocce affiorano e ci si può sfracellare contro. Anche la corrente, inoltre, che in alcuni punti è particolarmente forte, rappresenta un fattore di rischio. Agli Opsa sono stati inviati video in cui ci sono ragazzi ragazzi che saltano nel lago dalla Sp 72 rivierasca a Dervio, ma anche dal Ponte Nuovo di Lecco, il ponte John Fitzgerald Kennedy, tra Lecco e Malgrate che attraversa l’Adda.


“Sono tutti assurdi – dice Guglielmo – Ci vorrebbe una campagna di sensibilizzazione per evitare inutili incidenti”. Il lago di Como può diventare una trappola in estate quando sono tantissimi i turisti e i bagnanti: dal 15 giugno sono stati effettuati 87 interventi da parte del Servizio navale di Lecco, dei finanzieri del Reparto aeronavale di Como, dei vigili del fuoco delle squadre nautiche, degli agenti di Polizia provinciale e i soccorritori di Areu, affiancati dagli Opsa della Croce rossa lecchese e dai volontari del Soccorso bellanese, ma ci sono state tre vittime.
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