Si chiude con la scarcerazione di Moses Omogo Chidiebere uno dei capitoli più controversi del caso che ha sconvolto la città di Cosenza. L’uomo, marito di Rosa Vespa, era stato fermato insieme a lei con l’accusa di aver sequestrato una neonata dalla clinica Sacro Cuore lo scorso 21 gennaio. Dopo un lungo interrogatorio, durato tre ore, Moses è stato ritenuto totalmente estraneo al piano della moglie, vittima di un inganno ben orchestrato.
Il 43enne nigeriano era profondamente convinto che Rosa Vespa fosse incinta e che la bambina rapita fosse suo figlio, “Ansel”, finalmente nato. Secondo quanto dichiarato dal suo avvocato, Gianluca Garritano, “il mio assistito è stato creduto totalmente perché lui stesso ha ritenuto credibile la gravidanza portata avanti dalla moglie. Ci sono anche delle foto che ritraggono Moses mentre bacia la pancia della moglie”.
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“Così ha ingannato il marito”. Neonata rapita, viene alla luce il piano organizzato da Rosa
Rosa Vespa, infatti, aveva messo in piedi una messinscena così elaborata da convincere non solo il marito, ma anche i parenti. La donna aveva simulato una gravidanza completa, indossando un pancione falso e persino mostrando al marito una falsa lettera di dimissioni dalla clinica, rafforzando la sua versione.
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Il piano di Rosa Vespa si è concluso tragicamente il 21 gennaio, quando è tornata nella clinica Sacro Cuore per portare a termine il rapimento di una neonata, la piccola Sofia. Moses, ignaro del piano, l’ha accompagnata in auto e l’ha attesa fuori dalla struttura, pronto ad accogliere quello che credeva essere il suo figlio appena nato. Le immagini delle telecamere di sorveglianza mostrano Rosa uscire dalla clinica con la bambina in braccio, mentre Moses si avvicina per aiutarla con l’ovetto.
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La verità è emersa solo una volta rientrati a casa, quando, durante i festeggiamenti, uno dei presenti ha fatto notare che il neonato fosse in realtà una bambina. A quel punto, Moses ha iniziato a dubitare, scoprendo così l’inganno della moglie.
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Secondo quanto ricostruito, Rosa Vespa aveva ideato il piano mesi prima. Il 7 gennaio, aveva fatto credere a tutti di essere stata ricoverata per il parto presso la clinica Sacro Cuore, mentre in realtà aveva trascorso tre giorni in un hotel vicino. Per evitare visite, aveva giustificato la mancanza di accessi con le restrizioni Covid, continuando a comunicare con i familiari tramite messaggi. L’8 gennaio aveva persino annunciato sui social la nascita di “Ansel”, alimentando l’illusione. In casa, Rosa si era preparata meticolosamente per accogliere il “neonato”: aveva acquistato vestitini, un tiralatte che utilizzava davanti ai parenti e altri oggetti per la cura del bambino. Il suo inganno è rimasto in piedi fino al giorno del rapimento.
Mentre Moses Omogo Chidiebere è stato scarcerato, ritenuto vittima dell’inganno della moglie, Rosa Vespa resta in carcere. Le accuse nei suoi confronti sono pesanti, e gli inquirenti stanno cercando di ricostruire l’intera vicenda per stabilire le responsabilità e l’entità del piano.-