La piccola Nicole è morta all’ospedale di Ragusa, nel reparto di rianimazione pediatrica, dopo essere stata trasferita d’urgenza in ambulanza da una clinica privata di Catania. La bimba, che aveva avuto gravi crisi respiratorie subito dopo la nascita, era stata trasferita perché a Palermo non c’erano posti disponibili, ma è morta prima del ricovero. Sull’episodio la Procura di Ragusa ha aperto un’inchiesta per accertare eventuali responsabilità mediche e sulla disponibilità di strutture cliniche non adeguate a Catania o nelle province più vicine. Il padre intanto ha raccontato la terribile esperienza al Corriere della Sera, dalla gioia al dolore, il tracollo della felicità nella clinica privata Gibiino.
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Tra sfogo e cronaca dei fatti, ecco le parole di Andrea Di Pietro: “Che ci fosse una crisi respiratoria si è capito subito. I medici dicevano che forse la bimba aveva ingoiato liquido amniotico. E io a scongiurarli di toglierglielo dai polmoni. Ci vuole una cannula, diceva uno. E l’altro la cercava senza trovarla. Ma quanto costa una cannula, una cannuccia per succhiare un po’ di liquido a una creatura appena nata? Dov’è?, chiedevo. Trovatela questa c… di cannula”. La clinica privata era considerata la migliore di Catania, la più sicura, invece non è stato così: “Lassù hanno permesso che per una cannuccia morisse mia figlia. Che cos’è? Negligenza, malasanità, strafottenza? Date una risposta. Che diano una risposta assessori e magistrati. E che la diano anche su questi tre ospedali di Catania dove non si trova posto per un’emergenza, per salvare una vita. Ma a cosa serve tutto il sistema con migliaia di medici, infermieri, impiegati se poi chiami il 118 e ti dicono che l’ospedale più vicino sta a cento chilometri, a un’ora e mezza di strada?”.
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