Naufragio Bayesian, le assicurazioni potrebbe essere costrette a pagare un risarcimento choc. Nelle ore scorse uno dei sommozzatori del nucleo operativo di Napoli aveva raccontato aspetti finora sconosciuti del naufragio: cosa aveva visto all’interno della nave affondata. “È stato difficile dovere ragionare in un luogo che non era in asse con il nostro modo di vedere le cose perché era piegato di 90 gradi”, aveva raccontato a Il Messaggero.
E ancora: “Questo ha fatto sì che tutto venisse ricalibrato, ricalcolato dal mio cervello. Quella che era una porta era un passaggio, quello che era il pavimento era diventata una parete. “Mi porterò dietro per sempre le immagini degli oggetti sparsi dentro l’imbarcazione. Frammenti della vita a bordo. Ma soprattutto il fatto che all’improvviso si è interrotta la loro quotidianità”.
Naufragio Bayesian, il risarcimento potrebbe sfiorare 500milioni
Adesso si apre la partita per l’assicurazione e i risarcimenti, Racconta l’avvocato Jacopo Trevisan a Il Messaggero: “Lo scenario è complesso: l’armatore ha assicurato lo yacht, con una formula che prende in considerazione non solo eventuali danni subiti dai passeggeri, ma anche quelli subiti dell’imbarcazione. Allo stesso tempo non si può escludere che il comandante abbia una sua assicurazione personale professionale”.
“Mentre tra le vittime, vista anche la biografia delle persone decedute, mi aspetto che vi sia chi è assicurato sulla vita. Ma prima di tutto bisognerà aspettare l’esito del procedimento penale, che determinerà eventuali responsabilità”. L’armatore, e dunque l’assicurazione, dovrà farsi anche carico delle operazioni di recupero del relitto, oltre che risarcire non solo i familiari di chi è morto nel naufragio.
“Non solo – osserva l’avvocato Trevisan – se ci sono delle polizze sulla vita, le assicurazioni prima verseranno il dovuto ai beneficiari, ma a loro volta potranno rivalersi sugli eventuali responsabili definiti in sede penale”. C’è chi ha quantificato che dal punto di vista assicurativo la conta totale dei danni arriverà ad almeno 500 milioni di euro. “Ma è anche probabile – osserva Trevisan – che alla fine si preferisca la formula degli accordi privati per evitare la pubblicità delle cause civili”.
