Elena Cecchettin, la sorella di Giulia Cecchettin, tragicamente uccisa, ha recentemente sollevato gravi accuse contro Matteo Salvini tramite i social network. Dopo l’arresto di Filippo Turetta in Germania, sospettato dell’omicidio di Giulia, il ministro ha manifestato dubbi sulla colpevolezza dell’uomo, dichiarando: “Se colpevole, nessuno sconto di pena”. Queste parole hanno suscitato la reazione di Elena Cecchettin.
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Morte Giulia Cecchettin, la rabbia della sorella Elena per le parole di Matteo Salvini
Le sue dichiarazioni su Instagram accusano Salvini di perpetuare una sorta di “violenza di Stato”, poiché avrebbe messo in dubbio la colpevolezza di Turetta basandosi su pregiudizi di classe. Elena va oltre, evidenziando un problema più ampio, la “cultura dello stupro”, che sembra proteggere i colpevoli di violenza di genere. Citando l’attivista peruviana Cristina Torres Caceres, afferma: “Se domani sono io, distruggi tutto. Voglio essere l’ultima”.
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Inoltre, Elena sottolinea il voto contrario del partito di Salvini, insieme a Fratelli d’Italia, alla ratifica della Convenzione di Istanbul a maggio. Questo trattato europeo contro la violenza sulle donne e la violenza domestica ha ricevuto critiche da parte del Partito Democratico, che ha accusato i due partiti di dare un’immagine “deprimente e indegna” dell’Italia.
Il contesto politico è rilevante: la Convenzione di Istanbul rappresenta il primo strumento internazionale legalmente vincolante per la prevenzione e la lotta contro la violenza sulle donne, e l’adesione dell’UE ha ottenuto un ampio consenso. Tuttavia, la posizione di Lega e Fratelli d’Italia evidenzia una divisione politica su un tema così critico.
In conclusione, le accuse di Elena Cecchettin non solo aprono un dibattito sul caso specifico di sua sorella, ma sollevano anche questioni più ampie riguardanti i pregiudizi di classe e di genere all’interno della società italiana e delle sue istituzioni.