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“Perché Meloni non era con loro”. Colloquio Trump, Macron, Starmer e Zelensky: il retroscena sulla premier

  • Italia

Non si tratta soltanto di un’immagine suggestiva. Quella foto che immortala Donald Trump, Volodymyr Zelensky, Emmanuel Macron e Keir Starmer nella basilica di San Pietro rappresenta molto di più: il segno tangibile di una battaglia diplomatica sotterranea, feroce e ancora in corso, che da mesi logora i rapporti tra Roma e Parigi.

Secondo l’interpretazione che circola tra le stanze del potere italiano, si tratterebbe di un vero e proprio colpo messo a segno dall’Eliseo contro Palazzo Chigi, con il tacito assenso di britannici e ucraini. La foto, dunque, diventa il simbolo di un’esclusione pesante, quella della premier Giorgia Meloni, rimasta ai margini in un momento di altissimo profilo internazionale.

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“Perché Meloni non era con loro”. Colloquio Trump, Macron, Starmer e Zelensky: il retroscena sulla premier

È quanto emerge dall’analisi di Tommaso Ciriaco su la Repubblica. Ciriaco ricostruisce una vicenda in cui è difficile separare i fatti dal veleno, e dove le ricostruzioni degli eventi mutano a seconda delle fonti e dei retroscena diplomatici. Una certezza, però, rimane: la foto, che ha fatto rapidamente il giro del mondo, non comprende Meloni, alimentando a Roma l’idea di un gesto deliberato di esclusione, reso ancora più doloroso dal fatto che il teatro di questo sgarbo sia la città eterna, anche se in territorio vaticano. La reazione del governo italiano, infatti, non si è fatta attendere, con toni veementi e una rabbia appena velata nei palazzi della politica.

Il cuore del problema affonda le radici nella gestione della crisi ucraina. Da alcuni mesi, infatti, si è creata una netta frattura tra l’Italia e l’asse franco-britannico. Parigi e Londra stanno lavorando alla costruzione di una coalizione di “volenterosi” per contrastare la linea più prudente di Trump, proponendo persino l’invio di un contingente di pace sul campo. In questo scenario, Meloni si distingue come la principale oppositrice tra le grandi capitali europee, timorosa di compromettere i delicati equilibri con Washington e intenzionata a mantenere per Roma un ruolo di ponte tra l’Unione europea e gli Stati Uniti. Da qui, l’esclusione dell’Italia dai vertici operativi di Parigi, che invece accolgono, seppur informalmente, la presenza statunitense.

Le tensioni, inevitabilmente, si sono riversate anche nei giorni delle esequie, generando un clima teso e sospettoso. Lo scatto incriminato, diffuso inizialmente dallo staff ucraino, ha trovato immediato risalto nei circuiti mediatici francesi, alimentando il sospetto di una manovra orchestrata ai danni di Meloni. Sebbene, a quanto pare, l’incontro tra i quattro leader sia stato breve, le diplomazie europee sottolineano che l’incontro tra Trump e Zelensky, compreso il formato bilaterale, era stato preparato nei minimi dettagli, con Macron e Starmer informati e coinvolti nell’accordo preliminare.

Dal canto suo, Palazzo Chigi respinge con forza ogni ipotesi di marginalizzazione. Secondo fonti vicine al governo, Meloni sarebbe stata pienamente a conoscenza degli sviluppi e avrebbe concordato con Trump le mosse da compiere. Eppure, il video dei momenti cruciali mostra una scena meno lineare: Macron saluta Zelensky, questi annuisce e Trump coinvolge brevemente il presidente francese in uno scambio di parole. Le sedie passano da tre a due, un dettaglio che per alcuni segnala un’esclusione voluta, mentre per gli ucraini sarebbe solo una questione logistica legata all’assenza di un interprete.

Non manca nemmeno un ulteriore retroscena: secondo indiscrezioni, uomini della sicurezza trumpiana avrebbero rallentato Meloni nel suo tentativo di avvicinarsi al gruppo, spiegando così la sua assenza nella foto. Intanto, la serata si chiude con un video virale su Tik Tok, dove si vede un glaciale incrocio tra Meloni e Macron, i due leader che, in quel momento, sembrano appartenere a due mondi lontanissimi.


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