“Sono fiducioso, non mi arrendo. Il nuovo ministro degli Esteri mi ha chiamato nel giorno di Ognissanti e questo è di buon auspicio per la soluzione della vicenda mia e di Salvatore. Continuo ad aver fiducia nel governo indipendentemente dai ministri che si succedono”. Così, intervistato da Il Messaggero, Massimiliano Latorre, il marò tornato in Italia, a Taranto, per un grave problema di salute e che il 13 gennaio dovrà tornare in India, dove si trova Salvatore Girone. Entrambi sono accusati di aver ucciso due pescatori nel febbraio 2012. “Questa – dice – è una fase delicata”, ma “l’importante” è che India e Italia “continuino a dialogare”. Il rapporto con Girone, spiega, è “strettissimo”: “penso a lui continuamente, ogni giorno”, questa storia “ci ha davvero uniti”. “Non mi arrendo. Io combatto. Devo farlo non solo per me – dice Latorre – ma soprattutto per Salvatore. Sento di avere un dovere verso di lui come superiore. Lui era un mio sottoposto. Sento questa responsabilità. La sento due volte, da sottufficiale e da capo team. Sa come diciamo noi fucilieri di Marina: tutti insieme, nessuno indietro. È il mio motto”.