Le circostanze della tragica morte di Margaret Spada, la 22enne deceduta durante una rinoplastica nello studio medico di Marco Procopio e Marco Antonio Procopio, restano avvolte nel mistero. L’autopsia, effettuata al Policlinico di Tor Vergata, non ha fornito risposte definitive, indicando un quadro di “sofferenza acuta” la cui origine dovrà essere chiarita con ulteriori esami tossicologici e istologici.
Secondo quanto riportato dal quotidiano Il Messaggero, l’esame autoptico ha rivelato che l’intervento era già iniziato quando Margaret si è sentita male. Questo particolare potrebbe aggravare la posizione dei due medici indagati per omicidio colposo. Si attendono i risultati degli esami tossicologici per comprendere se e quali sostanze siano state somministrate alla ragazza prima del malore. Gli esiti definitivi sono previsti tra circa un mese.
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Morte Margaret Spada, l’autopsia della 22enne: “Quadro di grave sofferenza”
Un elemento chiave delle indagini riguarda la struttura dove si è svolto l’intervento, situata in viale Cesare Pavese, nel quartiere Eur di Roma. Secondo il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, la clinica non era autorizzata a effettuare operazioni di chirurgia estetica. Inoltre, uno dei medici coinvolti non possedeva la specializzazione necessaria per eseguire interventi estetici non ricostruttivi, un fatto già emerso da accertamenti amministrativi condotti nel 2023.
Le indagini si concentrano anche sull’eventuale mancanza di strumenti e protocolli per affrontare emergenze mediche. La prossima settimana i carabinieri del Nas effettueranno un nuovo sopralluogo per verificare se fossero disponibili dispositivi salvavita, come il defibrillatore, e farmaci utili in caso di shock anafilattico. Su questo punto, l’avvocato Domenico Oropallo, difensore di uno degli indagati, ha dichiarato che “nella struttura era presente il defibrillatore”. Tuttavia, gli investigatori non hanno trovato documenti fondamentali, come il consenso informato, né atti contabili relativi ai pagamenti.
Margaret aveva concordato l’operazione, dal costo di 2.800 euro, tramite chat con Marco Antonio Procopio, figlio del titolare dello studio. Nei messaggi, la giovane aveva anche inviato il referto di un elettrocardiogramma via WhatsApp. L’intervento, che avrebbe dovuto durare circa 20 minuti, si è trasformato in una tragedia che ha sollevato interrogativi sull’adeguatezza delle procedure e delle strutture coinvolte.
Gli inquirenti stanno ora analizzando il cellulare di Margaret per ricostruire con precisione gli accordi presi e le comunicazioni intercorse. La mancanza di documentazione formale nella struttura medica solleva dubbi sulla gestione complessiva e sull’aderenza agli standard di sicurezza richiesti.
La morte di Margaret Spada rappresenta un tragico monito sull’importanza di regolamentare e vigilare sugli interventi estetici. L’accaduto solleva domande cruciali non solo sulla competenza e la professionalità dei medici coinvolti, ma anche sull’efficacia dei controlli sulle strutture sanitarie. La famiglia e l’opinione pubblica restano in attesa di risposte che possano fare chiarezza su una vicenda dolorosa e inquietante.