Lucrezia Hailè Selassiè, meglio conosciuta come Lulù, si trova al centro di un caso giudiziario che ha scosso il mondo dello spettacolo e dello sport. La Procura di Roma ha chiesto una condanna di un anno e quattro mesi per l’ex concorrente del Grande Fratello Vip, accusata di stalking nei confronti del nuotatore paralimpico Manuel Bortuzzo. La notizia, riportata dall’agenzia Ansa, ha rapidamente fatto il giro del web, alimentando il dibattito sulla vicenda che ha visto l’ex coppia passare dall’amore alla battaglia legale.
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La storia tra Bortuzzo e la Selassiè era nata sotto i riflettori del reality show nel 2021-2022 e sembrava destinata a durare. Tuttavia, la relazione si è interrotta bruscamente, e secondo l’accusa, Lulù non avrebbe accettato la fine del rapporto, arrivando a perseguitare il nuotatore. Dopo la rottura, la giovane avrebbe seguito Manuel nelle sue trasferte, affrontandolo con scenate pubbliche e arrivando perfino a minacciarlo di morte se non fosse tornato con lei.

Stalking a Manuel Bortuzzo, chiesti 1 anno e 4 mesi per Lucrezia Selassiè
Di fronte a questa situazione, esasperato e spaventato, Bortuzzo ha deciso di sporgere denuncia, dando il via a un’indagine che ha portato all’attuale processo, celebrato con rito abbreviato. Nel frattempo, la giustizia aveva già preso provvedimenti: inizialmente, alla Selassiè era stato imposto un divieto di avvicinamento, ma vista la gravità degli episodi, le è stato successivamente applicato il braccialetto elettronico per monitorare la sua posizione rispetto all’ex compagno.

Secondo i pubblici ministeri, la condotta della Selassiè avrebbe causato a Manuel uno “stato di ansia e paura”, spingendolo a modificare radicalmente le sue abitudini. Il giovane nuotatore, vincitore della medaglia di bronzo alle Paralimpiadi di Parigi 2024, ha raccontato di essersi sentito in pericolo, di aver evitato di uscire di casa e di aver vissuto nel timore costante che l’inizio di una nuova relazione potesse scatenare ulteriori reazioni da parte dell’ex fidanzata.

Affinché si configuri il reato di stalking, la legge prevede che la vittima sviluppi stress, paura per la propria incolumità e la necessità di modificare le proprie abitudini di vita. Nel caso di Bortuzzo, i giudici ritengono che queste condizioni siano state ampiamente soddisfatte. Ora, l’attenzione è rivolta al 3 aprile, data in cui verrà emessa la sentenza definitiva: la Selassiè verrà condannata oppure la difesa riuscirà a dimostrare la sua innocenza? Il verdetto segnerà un punto decisivo in questa vicenda già ampiamente discussa.