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“Addio per sempre, maestro”. Tutto il Paese è in lutto, l’Italia perde un gigante

  • Italia

Tra le tante anime che hanno contraddistinto la figura di Roberto De Simone, quella di compositore merita un posto di primo piano. Artista poliedrico, capace di coniugare la profonda conoscenza del patrimonio musicale napoletano con una visione moderna e colta, De Simone ha lasciato un’impronta indelebile anche nel panorama della musica d’autore e della composizione contemporanea. È morto nella serata di domenica 6, intorno alle ore 21, se n’è avuta notizia oggi, lunedì 7 aprile 2025. Al capezzale, nel suo appartamento nel palazzo De Gregorio di Sant’Elia in via Foria, c’erano la sorella Giovanna e il nipote Alessandro. Camera ardente al Teatro di San Carlo, da mezzogiorno di martedì 8. I funerali alle 16 di mercoledì 9 aprile al Duomo di Napoli.

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Tra i lavori più emblematici si ricordano l’album “Io Narciso Io” del 1985, nato in un periodo di intensa produzione artistica, insieme al “Requiem in memoria di Pier Paolo Pasolini” e all’oratorio “Lauda Intorno allo Stabat”, entrambi dello stesso anno. Proprio in queste composizioni emerge la vena più lirica e introspettiva di De Simone, capace di tradurre in musica una riflessione esistenziale e politica. Due anni dopo, nel 1987, il compositore firmò “I Carmina Vivianea” e la “Festa Teatrale” per celebrare il 250º anniversario del Teatro di San Carlo, consolidando il suo legame con le istituzioni musicali di Napoli e dimostrando una straordinaria abilità nel fondere tradizione e sperimentazione.


Addio Roberto De Simone, maestro della canzone napoletana

Alla fine degli anni Ottanta e nei decenni successivi, De Simone proseguì con opere di grande respiro, come il melodramma “Mistero e processo di Giovanna d’Arco” (1989), la cantata drammatica “Populorum Progressio” (1994) e le suggestive musiche corali per l’”Agamennone” di Eschilo, rappresentato nel 1995. Particolarmente significativa anche la composizione de “Il Canto de li Cunti” (1990) e l’opera “Eleonora”, scritta nel 1999 per il bicentenario della rivoluzione napoletana, che segna uno dei momenti più alti del suo impegno nella valorizzazione della memoria storica e culturale del Sud Italia.

Nel 2004, il maestro firmò “Il Re Bello”, ulteriore testimonianza del suo costante dialogo tra musica, teatro e narrazione. Parallelamente al suo lavoro di compositore, De Simone collaborò anche come musicista, contribuendo alle musiche dell’album “Non farti cadere le braccia” di Edoardo Bennato, in un connubio tra canzone d’autore e ricerca sonora che anticipava le contaminazioni oggi così diffuse. In qualità di regista lirico, curò inoltre allestimenti per i più prestigiosi teatri del mondo, affrontando il repertorio di Mozart, Verdi, Rossini e Pergolesi con una visione scenica personale e innovativa, che ha sempre privilegiato l’essenzialità e la profondità drammatica.

Il valore della sua carriera è stato riconosciuto anche dalle istituzioni. Nel 2022, su iniziativa dell’allora ministro della Cultura Dario Franceschini, fu avviata per De Simone la procedura per il conferimento del vitalizio previsto dalla Legge Bacchelli, destinato a quegli artisti italiani di eccezionale valore che, pur avendo dato moltissimo alla cultura nazionale, si trovano in condizioni economiche difficili. Un gesto che ha voluto onorare non solo il percorso artistico di un grande maestro, ma anche la sua instancabile dedizione alla memoria culturale e musicale del Paese.Il suo percorso creativo è costellato di opere che spaziano dal teatro musicale alla cantata sacra, dimostrando una sensibilità rara nel trattare tematiche popolari e colte con uguale intensità.


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