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Loris, ora parla una vicina: “Ecco lo strano comportamento della mamma la sera prima dell’omicidio”

  • Italia

Una nuova voce entra nelle cronache di Santa Croce Camerina, dove è stato ucciso il piccolo Loris Stival. Questa volta a parlare è la vicina di casa degli Stival, Claudia Giavatto. Lei Veronica Panarello (la mamma di Loris), la conosce bene, si vedevano spesso. In un’intervista esclusiva a Oggi, rivela alcuni particolari secondo lei inquietanti su quanto accadde la sera del 28 novembre, il giorno prima che Loris venisse strangolato e buttato in un canalone in località Vecchio Mulino. “Quella sera – la Giavatto – non volle che io salissi a casa sua. E quando venne da me, con lei c’era solo il figlio più piccolo. Quel venerdì sera Veronica era rimasta senza latte, così mi telefonò per chiedermi se io ne avessi un litro in più e le dissi di sì”. Poi, però, qualcosa di strano, un comportamento che, a detta della vicina, Veronica non aveva mai avuto.

(continua dopo la foto)


“A casa c’ero io e c’erano i miei figli: te lo portiamo noi, dissi. Ma lei, che pure era sola con due bambini, non volle, era irremovibile. Quando venne a casa mia col piccolo, Loris non c’era. E oggi mi chiedo perché ha insistito così tanto a non farci salire da lei? Dov’era Loris? C’era qualcosa che non dovevamo vedere?”.

Ma la vicina aggiunge il racconto di altri comportamenti secondo lei strani, o almeno insoliti, non relativi alla sera prima dell’omicidio di Loris. Piccoli episodi, insomma, tornano in mente alla Giavatto. “Era una brava mamma, ma aveva anche tante stranezze: raccontava spesso piccole bugie e riferiva episodi inspiegabili”. Come quando “un giorno mi chiamò per dirmi che dovevo portarla all’ospedale, perché in seguito a una furibonda lite con la suocera e la cognata aveva perso il bambino che aveva appena scoperto di aspettare. E poi aveva delle fissazioni: era convinta che qualcuno le entrasse in casa di nascosto mentre non c’era, fece anche cambiare la serratura”. Un altro dettaglio è sembrato strano alla vicina. “Ripeteva spesso uno strano gesto. Prendeva una foto di quando era piccola, ci metteva accanto una foto di Loris e diceva: ‘Siamo uguali, lo vedi che siamo uguali?’. Lo faceva ossessivamente, come dimenticandosi di averci già fatto vedere quelle due foto vicine solo il giorno prima”, racconta la Giavatto.

L’ultimo saluto a Loris, commozione e rabbia. “Solo un folle può averlo ucciso, va fermato”

 


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