La Corte di Appello di Milano ha accolto il ricorso della ballerina Maria Francesca Garritano, che era stata licenziata dalla Scala dopo un libro e alcune interviste sull’anoressia nel mondo della danza, annullando la sentenza di primo grado. «I giudici hanno disposto il reintegro di Maria Francesca al suo posto di lavoro», ha detto il legale dell’artista Alessandro Russo.
La ballerina era stata licenziata nel febbraio del 2012 dal teatro milanese dopo il polverone mediatico sollevato dalle dichiarazioni della ragazza sulla diffusione dei disturbi alimentari, soprattutto l’anoressia, nel mondo della danza classica per i rigidi standard di magrezza a cui si richiede di adeguarsi. La Scala aveva comunicato che di essersi vista costretta a risolvere il rapporto di lavoro perché nelle interviste “si concretizzata una lesione dell’immagine del Teatro e della suaScuola di Ballo, nonché la violazione dei doveri fondamentali che legano un dipendente al suo datore di lavoro, facendo venir meno il necessario rapporto fiduciario che è alla base di tale legame”. La ballerina denunciava l’ossessione dell’ambiente di lavoro per la perfezione fisica, tra operazioni di riduzioni del seno, anoressia, bulimia e depressione. L’adrenalina, poi, sostituiva i pasti dove, al massimo, sul tavolo c’erano uno yogurt e una mela. Regimi alimentari che portavano al ricovero in ospedale e che potevano essere causa di infertilità, imposti da maestre di ballo ‘frustrate’ che costringevano a restrizioni insostenibili. Un sistema descritto da una insider approdata alla scuola di ballo del Teatro a 16 anni e rimasta fino a 33. Anni, però, in cui ha dovuto rimanere in silenzio. La Garritano, in arte Mary Garret, non si è arresa, ha fatto ricorso contro il licenziamento della Scala e a distanza di anni ha vinto la sua battaglia.