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La rosa di fuoco. La Barcellona di Picasso e Gaudì: colorata e sanguigna fucina di talenti

  • Italia

 

Effervescente e ammaliante, estrosa e ribelle, Barcellona all’inizio del Novecento era “la rosa di fuoco”. Un fervore nuovo infiammava la scena artistica e culturale, dove spiccavano gli astri di Picasso e Gaudí, sullo sfondo di una rovente tensione sociale che alimentava conflitti e attentati. A siglare l’ascesa di Barcellona era stata l’Esposizione Universale del 1888, che celebrava lo sviluppo economico e urbanistico della capitale catalana e contribuiva a diffondere idee di rinnovamento e di modernità sul modello della Parigi Art Nouveau e di altre città europee.

 


Una schiera di talenti diede allora vita a una straordinaria fioritura in campo artistico, architettonico, musicale e letterario, cambiando il volto della città. A Barcellona il giorno continuava la notte e la vita culturale esplodeva come un fuoco d’artificio nell’eccentrico clima della fin de siècle. Forti conflitti sociali accompagnavano, però, questa crescita culturale ed economica, culminando nel 1909 nella cosiddetta “settimana tragica”, segnata da violenti scontri tra esercito e popolazione, che decretò la fine di questa stagione irripetibile.

 

La rosa di fuoco. La Barcellona di Picasso e Gaudí, dal 19 Aprile 2015 al 19 Luglio 2015 a Palazzo dei Diamanti di Ferrara racconterà di questi anni fecondi e inquieti e della colorata, sanguigna fucina di artisti che li animò, lasciando un’impronta profonda nella storia dell’arte del Novecento. Le invenzioni di Lluís Domènech e soprattutto di Gaudí, visionario innovatore delle forme architettoniche e del design d’interni, si avvicenderanno ai capolavori dei protagonisti della pittura e scultura catalana, come Ramon Casas, Santiago Rusiñol, Hermenegildo Anglada Camarasa, Isidre Nonell, Juli González e il giovane Picasso, che mettono in scena con stili differenti un’istantanea della vita moderna, dall’atmosfera scintillante e bohemien dei caffè e dei ritrovi notturni, alle effigi di prostitute, gitane e miserabili virate in blu, toccanti icone della solitudine che il progresso si lasciava dietro. Un caleidoscopio di dipinti, opere grafiche, gioielli, sculture, modelli architettonici e teatrali testimonierà come tutte le arti siano state percorse dal medesimo fuoco di rinnovamento.

 

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