Maria Grazia Cucinotta finisce nella bufera per avere espresso, in modo sobrio e legittimo, un suo parere sul Corriere della Sera. Sintetizzando: lo Stato dovrebbe aiutare prima le donne e poi profughi e rom. Sul quotidiano milanese, difatti, l’attrice siciliana cura una rubrica di lettere al femminile nell’inserto Corriere sociale, con pagine tutte dedicate al terzo settore. A lei una lettrice ha chiesto consiglio per l’imminente separazione dal marito. E l’attrice ha risposto così: “Sono tante le storie come la tua. Donne costrette a subire perché lo Stato non le sostiene e come dici tu, non sanno come mantenersi e dove andare”. Poi la considerazione che ha fatto sollevare un polverone di polemiche: “Sento tutti i giorni finanziamenti verso rom o profughi, ma non sarebbe ‘più giusto’ pensare prima ai bisogno di donne, come Elisabetta, che pur volendo fuggire alla violenza si ritrovano da sole?”.
Parole che non sono piaciute all’Osservatorio sul razzismo in Italia, che si è scagliato ha duramente criticato l’opinione della Cucinotta: “Fare la scala del ‘più giusto’, di chi è più sfigato, chi merita essere aiutato e chi no. È qualcosa di disgustoso. A questo si aggiunga che i soldi per i profughi non sono dati dallo Stato italiano ma dall’Europa, e quindi non sarebbero spendibili per il caso citato e che tra i rom, che in maggioranza sono italiani o comunitari e hanno quindi gli stessi diritti di Elisabetta, vi sono tante donne che si trovano esattamente nella stessa situazione. Forse – concludono – è bene che di immigrazione ne parli chi abbia una minima conoscenza del tema e non solo chi opina per sentito dire”.
Che ci fa la Cucinotta in questo letto? Per lei comincia una nuova storia
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