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La contagia nascondendole per 6 anni di avere l’Aids. Ora lei lo trascina in tribunale e lui…

  • Italia

Le ha trasmesso l’Aids, nascondendole per sei lunghi anni di essere malato. Ora l’uomo è stato rinviato a giudizio dal giudice per l’udienza preliminare per lesioni gravi. Stefano Sidoti, 57 anni, diceva di amarla ma non ha mai trovato il coraggio di confessare alla compagna C. R. di essere infetto da Hiv in stato avanzato. Così, l’ha costretta a cominciare una lunga e dolorosa battaglia contro l’Aids.

La storia incredibile la racconta il Corriere della Sera. A spingere l’uomo a tenere nascosto lo stato di salute è stata la paura di perderla. E lei è venuta a sapere solo per caso di essere stata segnata da chi diceva di amarla. La scusa accampata da Sidoti per giustificare il silenzio durato sei anni è raccolta in una frase pronunciata durante una conversazione telefonica registrata dagli investigatori e depositata agli atti del procedimento: “Non volevo perderti”. Un’affermazione che, di certo, non sarà servita a giustificare il comportamento dell’imputato agli occhi della donna, ormai segnata per sempre. Ad aggravare la situazione, il fatto che la famiglia di Sidoti sarebbe stata a conoscenza della malattia ma nessuno avrebbe trovato il coraggio di avvertire la vittima.

L’inizio del dramma è del settembre 2001, quando l’uomo contrae la malattia. L’incontro con C.R, avviene un anno dopo ma lui non le dice nulla, né tantomeno lei si insospettisce per qualche motivo. La relazione corre su binari tranquilli e nel 2003 comincia la convivenza. Nonostante un passaggio cosi importante nell’esistenza di entrambi, Sidoti non confessa il suo segreto. I loro rapporti intimi avvengono senza protezioni, una cautela che sarebbe indispensabile per evitare il contagio.

Nel 2008 Sidoti deve ricoverarsi allo Spallanzani. È così che, leggendo la cartella clinica, la donna viene a sapere la verità. Lei si sottopone così alle analisi e scopre di essere anche diventata siero-positiva. Gli chiede spiegazioni e lui, in primo momento, nega. Poi, però, è costretto a confessare.

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