La Costa Concordia non c’è più, ma sui fondali del Giglio rimangono i segni del disastro e dell’operazione con cui la nave è stata prima riportata a galla e poi mandata a morire nei cantieri di Genova. Ci sono ancora le sei piattaforme di cemento e acciaio, ma anche “23.486 metri quadri di spazzatura concentrata a nord e a sud della Punta della Gabbianara fino a una profondità di una novantina di metri”. (continua dopo la foto)
Sono stati i biologi dell’Università la Sapienza a certificarlo in una relazione e a giudicare dalle loro foto, pubblicate da Il Tirreno, là sotto c’è davvero di tutto. Sacchi di malta spesso rotti, cavi di acciaio, valigie, materassi, sedie, pezzi della nave, frammenti delle sue vetrate, sedimenti e una crosta di cemento che soffocano le praterie di Posidonia o impediscono lo sviluppo di altre forme di vita. (continua dopo la foto)
All’inizio di ottobre il governatore Enrico Rossi ha promesso che i lavori di pulizia del fondale “saranno affidati al più presto e si concluderanno nel giro di un anno e mezzo”. Ma del capitolato della gara per l’appalto – sottolinea il quotidiano toscano – ancora non si sa ancora nulla.
Altre foto tratte dalla relazione della Sapienza sul sito internet de Il Tirreno