“Se l’avessi potuta incontrare non le avrei fatto delle domande. Avrei solo chiesto di guardarla e toccare il suo corpo”. È un sentimento di pura adorazione quello che prova la fotografa giapponese Ishiuchi Miyako nei confronti di Frida Kahlo, così non ci ha pensato due volte quando le è stata offerta l’opportunità di volare dal Giappone al Messico per fotografare gli oggetti personali della grande artista messicana messi a disposizione per la prima volta nella Casa Blu, il luogo a Città del Messico dove Frida è nata, è cresciuta, ha lavorato ed è morta.
Circa 300 oggetti erano contenuti in un armadietto, sigillato per volere di Diego Rivera alla morte di Frida nel 1954, e mai più aperto fino al 2004.
“Frida è sempre stata apprezzata per i suoi aspetti straordinari, ma entrare in contatto con il suo lato ordinario ha notevolmente scatenato la mia immaginazione e mi ha ispirato”, dice Ishiuchi Miyako. Tra gli oggetti alcuni risultano familiari perché sono stati immortalati negli autoritratti di Kahlo – i tradizionali abiti Tehuana e gli orecchini a cerchio, decorati con gli uccelli, ad esempio.
Altri sono più personali: una bottiglia di profumo, un pettine dove ancora sono intrappolati i capelli di Kahlo e le boccette di smalto quasi vuote, i busti che ha dovuto portare a causa del terribile incidente che ebbe a 18 anni. Il lavoro di Miyako, in mostra dal 14 maggio al 12 luglio presso la Michael Hoppen gallery di Londra, permette di entrare in contatto con l’animo più intimo dell’artista: curiosare tra i suoi accessori, i vestiti, le scarpe fa vivere la sensazione di condividere un momento intimo e tenero con lei, fino quasi a poterne sentire l’odore.
Leggi anche:
I giardini di Frida Kahlo. In mostra le sue opere naturalistiche
