L’Italia alza l’allerta terrorismo. Dopo la recente spirale di attacchi in Francia, Tunisia e Kuwait,sorvegliati speciali i porti del Mare Adriatico, in particolar modo quelli di Ancona, Bari e Brindisi. È qui che i terroristi dell’Isis o di altre sigle del terrore approdano per infiltrarsi in Italia e colpire le principali città europee. E ora il ministero dell’Interno si aspetta attacchi via mare proprio come facevano negli anni Settanta e Ottanta i commando palestinesi contro Israele.
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Come riporta Il Giornale, da mesi i porti dell’Adriatico sono il punto di partenza dei foreign fighter europei per raggiungere la Siria e l’Iraq e combattere tra i miliziani dello Stato islamico. È quello dei Balcani il nuovo fronte caldo: qui da mesi sono apparse le prime bandiere del Califfato e sono attivi numerosi campi di addestramento per jihadisti. “La regione balcanica – spiega una fonte del Viminale al Messaggero – è nodale per il radicalismo di matrice islamica, soprattutto per l’attivismo incessante di soggetti e di gruppi estremisti di orientamento salafita, sempre più coinvolti nel reclutamento e nel trasferimento di jihadisti in territorio siriano e iracheno”.
Particolarmente attivi sono quelli presenti in Albania, Bosnia-Erzegovina, Kosovo, Montenegro e Serbia che ruotano attorno a leader per gran parte bosniaci e di etnia albanese. “Specie in Kosovo – continua il Viminale – al di là dell’approccio radicale predicato da taluni imam, l’idea del jihad sembra prendere piede soprattutto piede soprattutto in alcune aree meridionali del Paese, dove il diffuso disagio socio-economico accentua la permeabilità, specie tra i più giovani, all’azione di proselitismo di impronta salafita”.
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