Emergenza sanitaria in Italia, il piano del governo Draghi sul Green Pass. Una situazione che richiede ancora molta cautela, seppur nel Bel Paese i dati continuano a confermare il pieno controllo in merito ai casi di positività al virus e alla campagna di vaccinazione anti-Covid. E ancora una volta, uno degli strumenti più utili per fronteggiare l’emergenza resta il Green Pass.
Priorità assoluta per il generale Figliuolo quella di un’immunizzazione al virus quanto più estesa alla popolazione: “Quanto sta avvenendo in altri Paesi europei con la cosiddetta “pandemia dei non vaccinati”. Un ritmo da incrementare, per il Generale e commissario dell’emergenza, quello per la somministrazione delle terze dosi, così come “il completamento dei cicli vaccinali”.
E nelle ultime ore a circolare è la notizia in merito al Green Pass che potrebbe andare incontro a una validità diversa La novità emerge dalle parole del ministro della Salute Roberto Speranza durante il suo intervento alla Camera avvenuto mercoledì 10 novembre: “L’attuale estensione del green pass fino a 12 mesi potrà essere rivista in futuro se emergeranno nuovi dati o studi”.
In caso di necessità, dunque, l’Italia potrebbe andare incontro ad alcuni aggiustamenti alle regole per il rilascio del green pass come la validità di sei mesi dall’ultima dose e non dodici come avviene adesso e l’esclusione dei test rapidi per ottenere la certificazione. E a proposito dell’emergenza sanitaria Andrea Crisanti, direttore del dipartimento di Microbiologia dell’Università di Padova, si è così espresso: “La dinamica della quarta ondata dipenderà dalla durata del vaccino e dal numero di persone vaccinate”.
“In Italia stiamo ancora in un momento di protezione relativamente elevata perché gran parte di noi ha fatto il vaccino tra aprile e luglio, una finestra che ci consente ancora di avere una certa immunità”, ha poi aggiunto l’esperto. La proposta del generale Figliuolo mirerebbe dunque alla “possibilità aggiuntiva di accedere alla vaccinazione direttamente presso gli hub vaccinali senza prenotazione” e “ricorrere in modo sistematico alla “chiamata attiva”.
La prenotazione per la dose “booster”, sottolinea il commissario, potrebbe avvenire anche “attraverso la rete della medicina del territorio, con il più ampio coinvolgimento dei medici di medicina generale, dei pediatri di libera scelta e dei farmacisti”.