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Incidente Mestre, la scoperta e il brutto sospetto dopo l’incidente: guardrail non adatto?

  • Italia

Bus precipitato sotto il cavalcavia a Mestre, è di 21 morti, di cui due bambini, e 15 feriti di cui 5 gravi il bilancio dell’incidente avvenuto nella serata di martedì, 3 ottobre 2023. È morto anche l’autista del mezzo, l’unica vittima italiana, Alberto Rizzotto, trevigiano di 40 anni che i colleghi definiscono un conducente esperto, che svolgeva l’attività da 7 anni. Le vittime sono state estratte dal pullman, rimosso da sotto il cavalcavia verso le 5 del mattino. Un “lavoro complicato” hanno detto i soccorritori, che parlano di “una tragedia di giovani, salvo qualche adulto”. Etano tutti ospiti del campeggio ‘Hu’ di Marghera.

Ora si lavora per accertare l’identità dei deceduti. Gli agenti della questura hanno acquisito gli elenchi degli ospiti del camping e al momento, scrive Repubblica, sono 7 le vittime per ora identificate. Il riconoscimento delle salme delle persone morte nell’incidente di Mestre “non è semplicissimo perché molti non avevano un documento”, ha sottolineato il procuratore di Venezia, Bruno Cherchi, spiegando che, proprio per agevolare gli accertamenti sull’identità delle vittime, “è stato disposto che i medici legali prelevino il dna qualora non si abbia certezza sulla salma”.

Leggi anche: Incidente Mestre, il video choc del bus: la manovra dell’autista e la caduta nel vuoto


Incidente Mestre, la scoperta sul guardrail dopo la tragedia

La procura di Venezia ha aperto un fascicolo di inchiesta sulla strage e tra le ipotesi resta quella di un malore del conducente ma sotto accusa c’è anche le condizione del guardrail travolto dal mezzo. Guardrail che “sembra una ringhiera”, dice Massimo Fiorese, ad de La Linea, l’azienda di trasporto che svolgeva il servizio per i turisti tra il camping di Marghera e Venezia. E non è il solo.

“Dai video il guardrail sembra una ringhiera, le immagini dei filmati che abbiamo visionato mostrano il pullman che si appoggia alla protezione che è quasi una ringhiera, ha aggiunto all’Ansa Fiorese, sollevando dubbi sulla protezione del cavalcavia di Mestre che il bus ha sfondato precipitando. Per Giordano Biserni, presidente dell’Asaps, amici e sostenitori della Polizia stradale, “da quello che abbiamo potuto accertare attraverso i nostri referenti era un guardrail a unica onda altezza metro e non tripla, come sarebbe stato necessario per il contenimento di un veicolo che può raggiungere le 18 tonnellate”.

(foto Tgcom24)

“Dipende dall’angolatura che prende, un guardrail così può contenere un’auto – ha proseguito all’Ansa Biserni-, ma un bus del genere è difficile che possa essere contenuto e lo dimostrano anche altri incidenti simili. Andrebbero cambiati, sarebbe il nostro auspicio, ma i costi sono altissimi”. Gli inquirenti sono già al lavoro per capire le cause dell’incidente, la polizia stradale sta effettuando i rilievi e come detto dal procuratore capo di Venezia Cherchi “allo stato non siamo in grado di fare una ricostruzione precisa degli avvenimenti”.


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