Incidente del bus a Mestre, l’ipotesi choc. È ancora presto per arrivare alle conclusioni, ma sono arrivati i primi risultati dell’autopsia su Alberto Rizzotto, il conducente del pullman precipitato martedì 3 ottobre dal cavalcavia tra Mestre e Marghera. Nell’impatto, oltre al 40enne alla guida, sono decedute 20 persone, tutti turisti. Ebbene la prima analisi ispettiva ha escluso macroscopiche anomalie sul cuore. Dunque al momento sembra da scartare l’ipotesi del malore come causa dell’incidente.
Tuttavia serviranno ulteriori esami istologici specifici per avere informazioni più dettagliate ed esaustive tali da escludere anomali cardiache meno evidenti. Inoltre è prevista una microscopia per patologia aritmogena, che sarà effettuata nelle prossime settimane. Lo ha reso noto l’Ansa sentendo fonti qualificate: “Il cuore non è ancora esaminato in modo approfondito”. Per avere l’ultima parola sull’eventuale conferma del malore serviranno comunque altri accertamenti non prima di 30-40 giorni.
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L’ipotesi choc sulle cause dell’incidente che ha provocato la strage
Se si dovesse escludere l’ipotesi del malore, quella inizialmente più accreditata, dove si indirizzerebbero le indagini? Si era parlato di una possibile concausa nelle condizioni del guardrail che non sarebbe stato a norma e comunque non avrebbe fatto il suo ‘dovere’. Ma in queste ore si sta affacciando una nuova, scioccante, ipotesi sulle cause dell’incidente che ha provocato la morte di 21 persone e il ferimento di altre 15 (due di loro sono già uscite dall’ospedale, ndr).
Ricostruendo la dinamica dell’incidente il pullman de La Linea Spa, che stava trasportando i turisti al camping Hu di Marghera, senza toccare alcun altro mezzo, si era spostato a destra. Aveva iniziato a strisciare per diverse decine di metri il guardrail senza nessun segno di frenata né tentativo di rimettersi in carreggiata. Poi la barriera è finita e il bus si è infilato in un varco di un paio di metri scartando a destra, piegandosi e finendo poi di sotto, volando per una decina di metri fino a schiantarsi sulla strada sottostante.
Ebbene tra le ipotesi c’è quella del guasto del bus nonostante si trattasse di un nuovissimo Yutong E-12, con totalmente elettrico, entrato in servizio un anno fa. Potrebbe essere stato un guasto ai freni a spingere l’autista a dirigere volontariamente il mezzo verso il guardrail per ridurre la velocità. Tentativo che tra l’altro stava riuscendo visto che dai 36 km/h il mezzo viaggiava a 6 km/h quando è arrivato sul bordo. Quel varco, però, attraverso il quale il bus si è infilato iniziando la sua mortale parabola, è risultato fatale.
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