Nel principale scalo romano gli aerei hanno ripreso a decollare e atterrare: il primo a partire è stato un Iberia destinazione Madrid. Dunque, seppure con notevoli ritardi, tutti voli oggi in calendario saranno effettuati. Ci sono volute delle ore anche per accertare le cause dell’incendio che, in pochi secondi, ha messo fuori uso l’aeroporto di Fiumicino. Le fiamme e il fumo in pochi secondi hanno riempito tutto il terminal 3, un terribile odore acre e l’allarme antincendio è subito scattato creando il panico tra operatori e viaggiatori.
L’incendio si è sviluppato nella notte, precisamente alle 00.04, dalla cucina di un bar interno al terminal 3, voli internazionali, provocato “probabilmente da un corto circuito nella zona commerciale”, come ha detto il presidente dell’Enac, Vito Riggio, nel corso di una conferenza stampa. Un testimone avrebbe visto le fiamme divampare da un quadro elettrico. E l’ad di Adr, la società di gestione degli scali romani, Lorenzo Lo Presti, ha precisato: “C’è stato un corto circuito che ha scatenato l’incendio, abbiamo 18mila centraline che rilevano il fumo che sono scattate e sono arrivati i vigili. Il terminal 3 è distrutto dopo i varchi di sicurezza cioè la parte commerciale, il resto è agibile e non è stata interessata l’area del cantiere per il nuovo molo”.
Non ci sono feriti, solo tre intossicati lievi “ma in codice giallo e non sono dei passeggeri – ha precisato Lo Presti – Abbiamo adottato un blocco d’accesso verso l’aeroporto dall’autostrada e con la collaborazione delle Ferrovie sono stati disposti treni vuoti che ripartivano per Roma per far tornare indietro i passeggeri. Abbiamo creato disagi ma l’obiettivo primario era la sicurezza delle persone”.
Ora si indaga per cercare di capire se fosse coperto da un adeguato sistema antincendio. Ma è inevitabile un sospiro di sollievo nell’esclusione di cause dolose. Il primo pensiero di tutti, presenti e non, è immediatamente andato a ipotesi di terrorismo.
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