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Il fidanzato la tradisce e lei lo evira: “Da noi in Brasile si usa così…”

  • Italia

Una storia che non ti aspetti. Quella di una coppia di giovani che, a Udine, si frequentano da poco. Lei è una brasiliana di 31 anni. Lui un militare italiano di 25. Da quando si sono conosciuti, in discoteca la notte di San Silvestro, era già capitato di incontrarsi e appartarsi. Domenica, però, tra le coperte è successo l’inimmaginabile. Lei lo ha spogliato, lo ha fatto stendere sul letto e gli ha coperto il corpo con un lenzuolo. Doveva essere un giochino erotico e si è trasformato invece in una mezza tragedia. Perché lei ha tentato di evirarlo.

Carolina De Brito Peres, 31 anni, cittadina brasiliana con residenza a Tavagnacco e domicilio in via Maniago, a Udine, dovrà ora rispondere di lesioni personali gravi (previste in caso di ferite con prognosi superiore ai 40 giorni) o gravissime (quando portano a un indebolimento o alla non funzionalità dell’organo) aggravate dall’uso dell’arma.

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La ricostruzione della drammatica vicenda andata in scena attorno alle 16 di domenica, in un appartamento di via Maniago, si è precisata ieri, grazie agli elementi e alle testimonianze raccolti dagli agenti della Squadra mobile della Questura. “Ho sentito una fitta al basso ventre e ho pensato soltanto a scappare”, ha raccontato il ragazzo ai poliziotti prima di entrare in sala operatoria. La sua amica lo aveva colpito ai genitali con un coltello e, per poco, evirato. Soltanto la prontezza di spirito e la forza della disperazione lo hanno aiutato a sollevarsi e, grondante di sangue, ad arrivare in auto in ospedale. In tempo per essere salvato.

A sua volta accompagnata in ospedale, sedata e ricoverata in Psichiatria, la ragazza è stata arrestata nella notte e piantonata a vista 24 ore su 24. Nella zona del Brasile dov’è cresciuta Carolina, l’evirazione è una pratica cui le donne fanno ricorso per punire gli uomini che tradiscono. “Da noi si usa così”, aveva raccontato lei stessa a un suo ex fidanzato e questo si è affrettato a riferire lui alla polizia. Secondo il pubblico ministero incaricato delle indagine, Claudia Danelon, se tornasse in libertà, la ragazza potrebbe colpire ancora. Ritenendo sussistere il pericolo di reiterazione del reato, quindi, il magistrato ha avanzato richiesta di applicazione della custodia cautelare in carcere o di altra misura idonea a salvaguardare la collettività da tale rischio.

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