Sono colpevoli di danneggiamento, fabbricazione e trasporto di armi e resistenza a pubblico ufficiale, ma i no Tav che nella notte tra il 13 e il 14 maggio 2013 attaccarono un cantiere della Torino-Lione in Val di Susa non sono terroristi. Claudio Alberto, 23 anni, Niccolò Blasi, 24 anni, Mattia Zanotti, 29 anni e Chiara Zenobi, 41, sono stati condannati oggi a 3 anni e sei mesi e a una multa di 5mila euro per quell’azione, ma la Corte d’Assise ha atto cadere “perché il fatto non sussiste” l’accusa di aver agito con “finalità di terrorismo”, che avrebbe portato a pene molto più severe. (continua dopo la foto)
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Quella note i quattro imputati, militanti dell’area anarco-insurrezionalista, attaccarono il cantiere dell’Alta Velocità con molotov, bengala e bombe carta, incendiando un compressore, mentre sul posto c’erano diversi operai al lavoro. I giudici hanno riconosciuto un diritto all’indennizzo all Lyon-Turin ferroviaire (Ltf), negandolo invece all’Avvocatura dello Stato e a un sindacato di polizia costituitosi parte civile. Alla lettura della sentenza, i quattro si sono abbracciati gridando “libertà”. Soddisfatto il loro avvocato Claudio Novaro: “L’accusa di terrorismo era manifestamente infondata. È una vittoria su tutta la linea. Era la pena che auspicavamo. Avevo detto ai miei clienti che sotto i 4 anni sarebbe stata una vittoria”.