Martedì 5 dicembre sarà il giorno dell’addio a Giulia Cecchettin. L’ultimo saluto alla ragazza uccisa dall’ex fidanzato Filippo Turetta è in programma alla basilica di Santa Giustina della Valle a Padova. Si tratta di un luogo capace di accogliere migliaia di persone, visto il clamore mediatico intorno al delitto, e che consentirà anche agli amici dell’università di poter partecipare. Una cerimonia, più intima, è invece prevista alle ore 14 nella chiesa di Saonara, prima della tumulazione nel cimitero dove riposa la madre.
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Durante l’interrogatorio di venerdì scorso Filippo Turetta ha ammesso il delitto davanti al pubblico ministero. A scatenare la furia, sembra, il rifiuto di Giulia davanti alle insistenze del ragazzo. Da lì una furia cieca con Filippo che si è accanito su di lei con almeno 25 coltellate, in particolare tra la testa e il collo, sfiorando carotide e giugulare.
Giulia Cecchettin, i genitori di Filippo Turetta in carcere dal figlio
Una storia orribile che chissà se oggi Filippo Turetta avrà avuto la forza di raccontare ai genitori. A sopresa, infatti, intorno alle 12, lontano dalle decine di giornalisti e telecamere che giorni fa presidiavano a lungo il carcere, la coppia ha fatto visita al figlio. Spiega una fonte all’Adnkromnos: “hanno abbracciato Filippo. Abbiamo fatto in modo di tutelare la loro privacy, come si fa con ogni famiglia”.
Cosa è successo tra loro? La fonte racconta di “un abbraccio. Forse ci sono state anche delle lacrime, ma rispetto il dolore altrui di fronte al quale non ci si ferma a guardare. Posso solo dire che alla fine Filippo era sollevato, ha saputo di non essere stato abbandonato, di non essere solo”. Intanto martedì in Veneto sarà lutto regionale.
“Per le esequie di Giulia, chiedo all’intero Veneto un segnale corale, forte e chiaro, contro la violenza di genere. Una giornata che diventi indelebile, che segni il passo perché fatti come questo possano non ripetersi più – diceva nei giorni scorsi il presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, annunciando la pubblicazione dell’ordinanza – Lo dobbiamo a Giulia, nel cui ricordo – e nel ricordo di tutte le donne uccise senza un perché – continueremo a lavorare stretti gli uni agli altri nel combattere la violenza di genere”.