Con la morte di papa Francesco, la Chiesa cattolica è entrata nella fase della sede vacante, un periodo denso di responsabilità, riti solenni e decisioni cruciali. A guidare i porporati attraverso questo momento è il cardinale Giovanni Battista Re, attuale decano del Collegio cardinalizio, figura chiave nei delicati equilibri del governo vaticano. A lui spetta il compito di presiedere le congregazioni generali dei cardinali, supervisionare i preparativi del conclave e, in attesa della sua convocazione, celebrare il funerale del pontefice scomparso.
A 91 anni, Re è il sacerdote con il maggior bagaglio di esperienza tra le mura leonine: 68 anni di sacerdozio, 37 da vescovo e 24 da cardinale. Negli ultimi mesi aveva lasciato intendere l’intenzione di farsi da parte, proprio a causa dell’età avanzata, ma il suo ruolo è stato confermato da papa Francesco lo scorso gennaio. Il pontefice decise di prorogare il suo incarico e, contestualmente, di mantenere il cardinale Leonardo Sandri come vice decano. La mossa è apparsa allora come una scelta di continuità e stabilità in vista di un futuro che oggi è divenuto presente. È infatti il decano, secondo la tradizione e le regole della Chiesa, a dover convocare il conclave e ad assumere il ruolo di guida in questo tempo sospeso.
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Papa Francesco, chi è il cardinale Giovanni Battista Re che celebrerà i funerali
Nonostante l’importanza del suo ruolo, il cardinale Re non potrà entrare in Cappella Sistina per partecipare al conclave, avendo superato il limite degli 80 anni. Tuttavia, la sua funzione non si esaurisce con la presenza fisica: la sua è una figura di raccordo, di guida spirituale e organizzativa, un compito già svolto in passato. Nel 2013, fu proprio lui – allora vice decano – a chiedere al cardinale Jorge Mario Bergoglio il nome da pontefice appena eletto. Una scena che potrebbe ora ripetersi, seppure con nuovi protagonisti e con Re in una posizione ancor più simbolica.

Giovanni Battista Re nasce a Borno, in provincia di Brescia, da una famiglia modesta: il padre era falegname, la madre una casalinga che crebbe sette figli. Entrato in seminario a soli 11 anni, fu ordinato sacerdote nel 1957 e si trasferì a Roma per completare la sua formazione. Dopo un breve periodo d’insegnamento, iniziò il suo servizio diplomatico nelle nunziature di Panama e Iran. Il suo talento fu notato da monsignor Giuseppe Almici, che lo spinse verso i palazzi vaticani. Da quel momento, la carriera di Re si sviluppò in modo fulmineo: entrato in Segreteria di Stato, divenne Sostituto per gli affari generali nel 1989, il terzo incarico più importante nella gerarchia vaticana.


Dal 2000 al 2010, Re fu prefetto della Congregazione dei vescovi, ruolo che gli permise di conoscere a fondo l’episcopato mondiale. Fu una figura chiave nell’epoca di Giovanni Paolo II, tanto che il pontefice polacco gli rese omaggio recandosi a Borno nel 1998. Re visse a pochi passi dall’appartamento papale e dallo studio di papa Montini, come se il suo destino fosse da sempre intrecciato con quello dei successori di Pietro. Nominato cardinale nel 2001, ha ricoperto ruoli fondamentali sia nel conclave che elesse Benedetto XVI sia in quello che portò all’elezione di Francesco.
Oggi, con la scomparsa del pontefice argentino, l’intera macchina vaticana guarda a lui. Con il peso della storia sulle spalle e l’esperienza di una vita trascorsa al servizio della Chiesa universale, il cardinale Giovanni Battista Re rappresenta l’ultimo grande decano della generazione che ha conosciuto da vicino ben tre papi. Ed è ancora lui, custode silenzioso dei segreti della Sistina, a custodire la transizione verso il prossimo capitolo del pontificato.