Venerdì 13 gennaio 2012. Nove anni fa il naufragio della nave da crociera Costa Concordia, tra le più gravi tragedie marittime della storia italiana, costata la vita a 32 persone e il ferimento di altre 110. Salpato dal porto di Civitavecchia con 4.229 persone a bordo (3.216 i passeggeri, 1.013 i membri dell’equipaggio), il transatlantico urta lo scoglio de Le Scole all’Isola del Giglio, causando uno squarcio di 70 metri sul lato sinistro.
La nave da crociera si arena sullo scalino roccioso del basso fondale di Punta Gabbianara, a nord di Giglio Porto, dove il comandante Francesco Schettino aveva deciso di passare per fare il cosiddetto ‘inchino’, cioè il saluto agli abitanti dell’Isola, tradizione in tante navi da crociera. La Concordia passa a 0,28 miglia marine dalla costa, circa 518 metri. (Continua a leggere dopo la foto)
Subito dopo l’urto, l’allora 51enne Schettino, sostiene di aver deciso di invertire la rotta per ruotarla e farla arenare sul basso fondale, facendola incagliare sulla scogliera davanti Punta Gabbianara. Nel maggio del 2017 la Corte di Cassazione ha confermato in via definitiva la sentenza di condanna a 16 anni al comandante della nave, Francesco Schettino, per omicidio colposo plurimo, naufragio colposo e abbandono della nave. Per Francesco Schettino sarà il quarto anniversario vissuto rinchiuso nel carcere di Rebibbia, dove appunto sta scontando la pena definitiva a sedici anni di reclusione. (Continua a leggere dopo la foto)
Tramite il suo legale, l’avvocato Saverio Senese, il comandante torna a parlare. Schettino sta attendendo che la Corte europea di Strasburgo decida la data per discutere il ricorso che Senese ha depositato mesi fa, la cui prima udienza dovrebbe essere fissata tra aprile e maggio prossimi. “Mentre, concluso l’ultimo elaborato – ha detto Senese a La Nazione – dovremmo depositare il ricorso per la revisione italiana del processo entro la prossima settimana”. (Continua a leggere dopo la foto)
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“Entro la settimana entrante, a Genova, depositeremo la richiesta di revisione della sentenza, perché riteniamo ci siano prove significative che non sono state vagliate adeguatamente, così come ne sono sopravvenute di nuove non prese mai in considerazione. Schettino non ha avuto alcuna responsabilità di omicidio colposo. Per quanto riguarda invece il naufragio non impugneremo la sentenza, perché ci sono colpe del mio assistito”, ha concluso l’avvocato.
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