Con un tono pacato ma deciso, Sebastiano Visintin, marito di Liliana Resinovich, ha rotto per la prima volta il silenzio dopo aver ricevuto un avviso di garanzia nell’ambito dell’inchiesta che ruota attorno alla morte della donna, scomparsa da Trieste oltre tre anni fa in circostanze ancora avvolte nel mistero. Le sue dichiarazioni sono arrivate durante un’intervista esclusiva andata in onda su Rai 2, nel programma “Ore 14” condotto da Milo Infante.
Raggiunto a Rimini, dove si trova per le vacanze pasquali, Visintin ha scelto di parlare proprio in un luogo che aveva un valore particolare per lui e per Liliana, un posto che lei amava ma che non aveva mai avuto modo di visitare insieme al marito.
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Liliana Resinovich, il marito Sebastiano Visintin torna a parlare: cosa ha detto
“È un posto che Liliana amava, ma non sono mai riuscito a portarcela”, ha raccontato con voce commossa. “Il 26 aprile sarebbe stato il suo compleanno. Lo vivrò per conto mio, pensando a lei, ai viaggi che non abbiamo fatto. Mi manca davvero tanto”. Queste parole, intrise di nostalgia, hanno svelato un legame ancora molto forte, che nemmeno il tempo o le inchieste giudiziarie riescono a scalfire. Visintin ha infatti raccontato di sentirla ancora vicina, di portare sempre con sé qualcosa che la ricordi, di rivolgerle parole nei momenti più intimi: “Quando vedo questi luoghi, penso: guarda, purtroppo non sei riuscita a vederli, li vedo io per te”.

Entrato ufficialmente nel registro degli indagati, l’uomo non si è mostrato sorpreso dalla notifica ricevuta. Al contrario, l’ha accolta come un passaggio necessario per chiarire una vicenda che da troppo tempo pesa sulla sua vita. “La notizia era attesa”, ha ammesso. “Insieme ai miei avvocati, Alice e Paolo Bevilacqua, al dottor Barisani e al generale Garofalo, abbiamo cominciato a esaminare la situazione. Il mio legale si sta già muovendo per ottenere tutta la documentazione dalla Procura”. Determinato, Visintin ha dichiarato di voler essere sentito quanto prima: “Io voglio essere sentito, chiarire, rispondere. Se ci sono dei dubbi, è giusto affrontarli”.
Il caso di Liliana Resinovich ha scosso l’opinione pubblica fin dalla sua comparsa nelle cronache, ma resta avvolto da numerosi interrogativi. La donna era scomparsa il 14 dicembre 2021, e il suo corpo era stato ritrovato solo settimane dopo, in un sacco nel parco dell’ex ospedale psichiatrico di San Giovanni, a Trieste. Un caso complesso, su cui si sono rincorse per mesi ipotesi di suicidio, di malattia mentale, fino a insinuazioni più gravi, mai chiarite definitivamente. Ora, con Visintin tra gli indagati, l’inchiesta potrebbe imboccare una nuova direzione.

Per la prima volta, dopo l’avviso di garanzia, parla in esclusiva Sebastiano Visintin, il marito di Lilly: ‘Sono tranquillo e spero che mi sentano, così potrò dare delle risposte’. Il commento di Milo Infante pic.twitter.com/Rs0LX0vJkc
— ore14rai2 (@ore14rai2) April 23, 2025
Concludendo l’intervista, l’uomo ha lanciato un appello: “L’iscrizione tra gli indagati è un’occasione per dare risposte. E mi auguro che anche altre persone vengano ascoltate. Ognuno deve rispondere di ciò che ha detto, prima, durante e dopo”. Parole che suonano come un invito alla trasparenza, ma anche come una richiesta di giustizia per una vicenda che, a distanza di tre anni, continua a chiedere verità.