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“Uno spettacolo agghiacciante”. Uccide la moglie davanti al figlio, poi il gesto e la frase choc alla polizia

  • Italia
Femminicidio in casa a Rimini

Rimini, un’altra tragedia a distanza di un mese. A maggio una drammatica vicenda analoga aveva già scosso l’intera comunità e oggi a perdere la vita un’altra donna. Il femminicidio, il terzo dall’inizio dell’anno, è avvenuto in via Rastelli, in zona Lagomaggio. A uccidere la donna di appena 33 anni, il compagno, un riminese di 47 anni.

Femminicidio in casa a Rimini, muore a 33 anni, mamma di un bimbo e compagna del suo assassino. Stando alle testimonianza raccolte dai vicini di casa, pare che poco dopo le nove il bimbo di sei mesi fosse scoppiato in un pianto. Poi grida provenienti dall’appartamento al primo piano considerevolmente intense da farsi sentire anche a distanza.

Femminicidio in casa a Rimini donna uccisa 33 anni


Femminicidio in casa, la frase choc

Secondo quanto riferito dai vicini, pare che la coppia fosse incline ai litigi, ma questa volta tutto è apparso diverso. Molti condomini sono anche scesi in strada. Poi riferiscono che a un certo punto le urla sono finite e si è sentito solo il pianto del bambino. I vicini lanciano l’allarme ma non credevano potesse trattarsi di un vero e proprio femminicidio.

Femminicidio in casa a Rimini donna uccisa 33 anni

Femminicidio in casa a Rimini, la scoperta choc. Nel giro di poco tempo, sul posto sono intervenuti gli inquirenti della Polizia di Stato e il pubblico ministero. Il corpo della donna di 33 anni è stato trovato privo di vita in camera da letto. Il figlio della coppia invece in sala, fortunatamente incolume.

Femminicidio in casa a Rimini donna uccisa 33 anni

I due, a quanto appreso dall’Ansa, si erano conosciuti circa un anno e mezzo fa su un sito di incontri. L’uomo era seguito dal servizio psichiatrico dell’Ausl. Dopo l’omicidio perpetuato contro la donna con un martello, l’uomo è uscito in strada sporco di sangue e si è seduto su una sedia sul pianerottolo. “Uno spettacolo agghiacciante”, dice un testimone. Al momento dell’arresto, avrebbe poi congiunto le mani per consegnarsi alle forze dell’ordine per poi affermare: “Il bambino sta bene. Ora lei non potrà più parlargli male di me”.

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