L’annuncio ufficiale della morte di Papa Francesco è arrivato la mattina del 21 aprile 2025, spezzando il silenzio della Cappella di Casa Santa Marta. In un’atmosfera carica di dolore e solennità, il cardinale camerlengo Kevin Farrell ha comunicato la notizia alla presenza del Segretario di Stato Pietro Parolin, del Sostituto della Segreteria di Stato monsignor Edgar Peña Parra e del Maestro delle Cerimonie liturgiche pontificie monsignor Diego Ravelli. “Carissimi fratelli e sorelle, con profondo dolore devo annunciare la morte di nostro Santo Padre Francesco”, ha dichiarato Farrell, aggiungendo che “alle ore 7:35 del 21 aprile il Vescovo di Roma, Francesco, è tornato alla casa del Padre”. Le sue parole, pronunciate con voce rotta dall’emozione, hanno segnato l’inizio di un lutto che ha toccato profondamente il mondo cattolico e non solo.
Papa Francesco si è spento circondato dall’affetto di chi gli era stato vicino fino all’ultimo respiro. Accanto al Pontefice, nelle sue ultime ore di vita non c’era nessun cardinale, vi erano tre sacerdoti — l’italiano Fabio Salerno e gli argentini Daniel Pellizzon e Juan Cruz Villalon — insieme a Massimiliano Strappetti, l’infermiere che lo ha seguito per anni e che lui stesso aveva definito “l’uomo che mi ha salvato la vita”. Presenti anche due suore vincenziane che da sempre si prendono cura del Dispensario Santa Marta, così come della residenza scelta da Jorge Mario Bergoglio fin dall’inizio del pontificato, dodici anni fa. In quelle stanze semplici e sobrie, lontane dai fasti del Palazzo Apostolico, il Papa aveva vissuto secondo il proprio stile di vita umile e coerente.

Papa Francesco, sabato 26 aprile i funerali solenni
La notizia del decesso è stata seguita da una valanga di messaggi di cordoglio provenienti da tutto il mondo. Leader religiosi, capi di Stato, intellettuali e persone comuni hanno voluto esprimere il proprio dolore per la perdita di un Pontefice che aveva saputo incarnare, con autenticità, l’essenza più profonda del Vangelo. Il suo pontificato resterà nella memoria collettiva per il suo instancabile impegno a favore dei più deboli, per il coraggio con cui ha affrontato le crisi della Chiesa, per la determinazione mostrata nel promuovere una visione di Chiesa aperta, inclusiva e misericordiosa. “Ci ha insegnato a vivere i valori del Vangelo con fedeltà, coraggio ed amore universale”, ha detto ancora Farrell, ricordando lo spirito missionario e il cuore profondamente umano del Pontefice argentino.

La Santa Sede ha reso noto che i funerali del Papa emerito si svolgeranno sabato 26 aprile 2025, alle ore 10.00, sul sagrato della Basilica di San Pietro. La celebrazione avverrà nel primo giorno dei Novendiali, il periodo di nove giorni di lutto e preghiera che segue la morte di un Pontefice. La liturgia esequiale sarà presieduta dal cardinale Giovanni Battista Re, Decano del Collegio Cardinalizio, in conformità a quanto stabilito dall’Ordo Exsequiarum Romani Pontificis, nei numeri da 82 a 109. È attesa una partecipazione imponente, con capi religiosi e istituzionali provenienti da ogni angolo del pianeta, a testimonianza dell’enorme impatto che il pontificato di Francesco ha avuto sulla Chiesa e sul mondo intero.

Il Papa che aveva scelto il nome del poverello di Assisi ha lasciato un’impronta indelebile nella storia del cattolicesimo contemporaneo. La sua vita, come sottolineato nel messaggio del camerlengo, è stata “tutta intera dedicata al servizio del Signore e della Sua Chiesa”. Il suo modo diretto di parlare, l’attenzione ai più fragili, la lotta contro la corruzione ecclesiastica e l’impegno per il dialogo interreligioso hanno tracciato un solco che sarà difficile dimenticare. Ora, mentre i fedeli di tutto il mondo si preparano a rendere omaggio al Papa che voleva una Chiesa “ospedale da campo”, resta il compito di custodire e portare avanti la sua eredità spirituale e pastorale.