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“L’ho detto ma non mi hanno ascoltata”. Emanuela morta carbonizzata nel B&B, testimonianza choc di una cliente

  • Italia

Ha scioccato tutta l’Italia la tragedia di Emanuela Chirilli, la turista 28enne morta per asfissia nell’incendio di un B&B a Napoli, dove stava pernottando. Il giorno dopo la tragedia, sui giornali si parla di una recensione negativa lasciata su Google cinque mesi fa da un’ospite della stessa struttura. L’autore della recensione raccontava di aver vissuto lì un piccolo incidente. Quel commento, riletto oggi dopo la terribile tragedia, a molti è sembrato quasi un campanello d’allarme, che però sarebbe rimasto inascoltato.

Emanuela Chirilli è morta nella notte tra il 28 e il 29 novembre. A causare l’incendio nella casa vacanze sarebbe stato un corto circuito nella sauna della stanza in cui alloggiava. Non si esclude, tuttavia, che il guasto possa essere stato provocato da un malfunzionamento di una multipresa.

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“L’ho detto ma non mi hanno ascoltata”. Emanuela morta carbonizzata nel B&B, testimonianza choc di una cliente: la scoperta è terribile

“Scossa elettrica in doccia”. Così scriveva un’altra cliente insoddisfatta che cinque mesi fa aveva soggiornato nello stesso B&B in cui ha perso la vita la giovane 28enne di Maglie (Lecce). Come riportano diversi giornali, non è chiaro se il commento si riferisse proprio alla stanza in cui è divampato l’incendio in cui è rimasta carbonizzata la ragazza.

L’autrice della recensione raccontava di aver preso una scossa elettrica in bagno, toccando il rubinetto della doccia, e che, nonostante avesse segnalato l’accaduto, non sarebbe stata effettuata alcuna verifica. Al momento non è possibile sapere se quanto dichiarato nella recensione corrisponda alla realtà. A volte, infatti, i commenti negativi lasciati sotto ristoranti e strutture ricettive si rivelano falsi.

Di certo, la morte di Emanuela Chirilli ha scosso profondamente l’Italia. “Siamo sconvolti. Come è potuto accadere?”. È lo stato d’animo del personale del Cefass di Lecce, il centro di formazione che Emanuela aveva frequentato per sei mesi nel 2020, specializzandosi come tecnico per la cura e l’assistenza all’infanzia. Grazie a quel titolo, avrebbe potuto lavorare in asili nido, scuole materne e partecipare a concorsi pubblici.

Secondo quanto si è appreso, Emanuela è morta per asfissia a causa del fumo sprigionato dall’incendio nella sua stanza. È stata trovata nel letto, segno che non è riuscita a rialzarsi per cercare di salvarsi. Sarà comunque l’autopsia a stabilire con certezza le cause del decesso. La Procura di Napoli ha disposto il sequestro della salma per ulteriori accertamenti.


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