Sul caso della morte di Elena Ceste emergono nuovi dettagli. Ma questa volta non sono le carte processuali a parlare. Elena era già morta ma il marito Michele Buoninconti – in carcere con l’accusa di omicidio e occultamento di cadavere – pensava già a un’altra, una giornalista. A rivelarlo è il settimanale Giallo che ha deciso di pubblicare alcuni degli sms e dei messaggi che Michele inviava via WhatsApp a una sua cronista. A volte l’uomo usava il cellulare dei suoi figli, cellulare che peraltro non sarebbe stato analizzato dagli inquirenti. E dunque, mentre si cercava Elena Ceste, o almeno il suo corpo, e mentre i suoi genitori lanciavano appelli in tv e i figli piangevano per la loro mamma, Buoninconti faceva avance alla giornalista. “Ciao, sei bellissima…”, “Perché non rispondi?”. La cronista cerca di farlo parlare. Gli chiede se è vero che ha delle relazioni con altre donne, lui risponde: “Se c’è fiamma c’è pompiere…”.
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Insomma, Michele ci provava: “Cosa fai? È sabato sera. Vieni ad Asti? Se vuoi puoi anche fermarti a dormire non è un problema”. “Ricordo – racconta la giornalista di Giallo – che in più occasioni, quando andavo a casa sua per intervistarlo, Michele si era messo a piangere. Poi, però, capii che quelle lacrime non erano per niente sincere. Michele, infatti, quelle volte in cui ci incontravamo o ci sentivamo al telefono per avere aggiornamenti sulle indagini, non si risparmiava di provarci con me. Sì, avete capito bene”.
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