In pochi, sin dal primo momento, avevano creduto alla tesi del suicidio. Una storia avvolta nel mistero che ora rischia di arricchirsi di un nuovo capitolo. Mario Biondo infatti, il cameraman palermitano trovato morto il 30 maggio di tre anni fa quando non aveva ancora compiuto 30 anni nell’ appartamento di Madrid in cui viveva con la moglie la presentatrice tv Raquel Sanchez Silva, potrebbe essere stata ucciso. Il caso, archiviato dalla giustizia spagnola nel 2013, era stato riaperto dalla procura di Palermo su richiesta della famiglia, che contestava la tesi ufficiale. Il perito del tribunale siciliano aveva confermato la tesi delle autorità spagnole, messa in dubbio tuttavia dai consulenti della famiglia. Ma ora il colpo di scena. Un perito spagnolo dei Mossos d’Esquadra la polizia regionale catalana contesta a sua volta la tesi ufficiale. Il rapporto è firmato dall’agente della scientifica dei Mossos d’Esquadra Lluis Duque, scrive La Vanguardia. (Continua dopo la foto)
Aggiunge nuovi dubbi alla tesi del suicidio e avanza l’ipotesi che Biondo possa essere stato vittima di un omicidio. Potrebbe essere stato colpito alla testa mentre riposava sul divano di casa e poi appeso con una pashmina a uno scaffale metallico del salotto per simulare il suicidio. Nell’appartamento di Calle Magdalena – che oggi è stato trasformato in uno showroom – non vennero trovati segni di effrazione. Come documentato dalle foto della scena del ritrovamento il corpo del cameraman era adagiato con i talloni appoggiati sul pavimento, in una posizione innaturale per un suicida. (Continua dopo le foto)

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La posizione del cadavere, la ferita sulla tempia, il nodo anomalo del foulard, sono tutti elementi che supportano la tesi dell’omicidio volontario, che la difesa della famiglia ha sostenuto attraverso la consulenza in fisica forense di Corrado Cugno Garrano. Secondo media locali, anche la procura palermitana potrebbe orientarsi verso una archiviazione del caso. Una ipotesi cui si oppone la famiglia del cameraman. «Ci opporremo con tutte le nostre forze alla richiesta di archiviazione, ha detto la madre Santina D’Alessandro, la nostra battaglia per scoprire la verità su chi ha ucciso nostro figlio andrà avanti».