Per essere certi che le formule magiche di affiliazione dei picciotti fossero corrette, i boss calabresi si ispiravano al quiz televisivo “Chi vuole essere milionario” di Gerry Scotti. A rivelarlo è un’intercettazione dei carabinieri letta da Giampiero Rossi, cronista del “Corriere della Sera” ospite di Klaus Davi nel programma KlausCondicio. Molto seguito dai capi clan “ndranghetisti”, il programma televisivo veniva ritenuto in quegli ambienti più affidabile e preciso di qualsiasi enciclopedia.
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Uno dei più potenti boss della ‘ndrangheta lombarda a capo della strategica locale di Bollate Pino Mandalari, arrestato nell’ambito della maxioperazione nell’estate 2010, si ispirò proprio al programma per verificare la veridicità dei nomi di personaggi storici evocati durante i rituali di affiliazione.
Il fatto risale al 2009 ma l’intercettazione è contenuta integralmente, con relativi retroscena, nel libro “La Regola – Giorno per giorno la ‘ndrangheta in Lombardia” scritto da Giampiero Rossi, che scandaglia i misteri della mafia calabrese anche nei suoi aspetti più sconosciuti e curiosi. Mandalari è a colloquio con un altro boss della mafia calabrese, Pietro Panetta, a capo della ‘ndrina di Cormano, sempre in provincia di Milano. Oggetto del dialogo sono appunto i rituali di affiliazione, i nomi corretti da enunciare, gli avi da evocare.
I due discutono a lungo delle formule corrette. Mandalari ammette: “il conte Ugolino (ndr, uno dei nomi che ricorre nei rituali) non c’entra niente. Agadino come dite voi, è esistito. C’è stato. L’ho scoperto poco tempo fa. A chi vuol essere milionario (il programma di Gerry Scotti su Canale 5, ndr), hanno fatto la domanda. E ho scoperto che è esistito. Non sapevo”. Ma il dialogo non si ferma li. I due constatano che anche la citazione in alcuni rituali dei tre re magi sia ampiamente giustificata visto che “erano della ‘ndrangheta Gaspare, Melchiorre e Baldassarre”. Così come anche una Santa detta l’Annunziata. Oltre ai più scontati Lamarmora, Garibaldi e Mazzini.
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