Qualcuno parla di “luna di miele finita” tra Matteo Renzi e gli italiani già da qualche settimana. E i sondaggi dell’Atlante politico confermano che qualcosa sta cambiando. Il consenso per il capo del governo e per l’esecutivo rimane tuttavia alto toccando il 60 e il 54 per cento, ma il calo per entrambi è evidente. La fiducia nei loro confronti, infatti, subisce un calo di circa 15 punti rispetto a giugno. Le ragioni sono diverse, qualcuna prevedibile. Prima tra tutte la crisi, che non riduce la pressione sul reddito personale e familiare. Poi c’è l’effetto delusione perché c’è una chiara distanza fra le attese dei cittadini e le priorità del governo. L’esecutivo ha voluto privilegiare le riforme istituzionali e poi è passato alla giustizia. Argomenti che, in verità, non appassionano gli italiani alle prese con problemi più “reali”. Perché gli elettori pensano maggiormente a occupazione, reddito, pensioni. Un calo che dimostra, ancora una volta, che l’apertura di credito degli elettori non è infinita: questo è un momento in cui da più parti si chiede di agire cominciando da quelle problematiche che investono in modo più evidente la vita degli italiani, le loro difficoltà e e loro aspettative.