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Doppia tragedia: donna trovata morta in casa, l’ex marito si schianta contro un camion

  • Italia

Tragedia in Italia: una donna di 46 anni è stata trovata morta nel suo appartamento. A portare alla scoperta del corpo, ucciso con ferite da arma da taglio, è stata una chiamata che ha attivato immediatamente le forze dell’ordine. L’ipotesi su cui si concentrano gli investigatori è quella dell’omicidio.

Il principale sospettato è l’ex marito della vittima, Mohamed Naceur Saadi, 58 anni. L’uomo è deceduto poco dopo, in seguito a un incidente stradale che potrebbe essere stato volontario. La vittima è Samia Bent Rejab Kedim, di origine tunisina come il marito.

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Trovata morta in casa, il marito morto poco dopo in un incidente

Secondo quanto emerso dai primi accertamenti, Saadi si trovava agli arresti domiciliari a Monfalcone, in provincia di Gorizia, dopo la fine del matrimonio con Samia. Era soggetto a un provvedimento di divieto di avvicinamento nei confronti della donna, misura spesso disposta in presenza di episodi di violenza o minacce pregresse. Inoltre, gli era stato imposto l’uso del braccialetto elettronico. Proprio la mattina del delitto, l’uomo aveva ottenuto un permesso temporaneo di due ore. Sarebbe stato in quel lasso di tempo che si è recato a Udine, violando ogni restrizione, per poi aggredire l’ex moglie nel suo appartamento.

Le ferite rinvenute sul corpo della donna parlano di una violenza estrema, compatibile con l’uso di un’arma da taglio. Dopo l’aggressione, l’uomo si sarebbe dato alla fuga in auto, imboccando la Strada statale 13 in direzione ovest. La sua corsa si è però conclusa drammaticamente a Basagliapenta, nel comune di Basiliano, dove la sua vettura si è schiantata contro un’autocisterna. Sul luogo dell’impatto sono intervenuti i vigili del fuoco, la polizia locale e i sanitari del 118, ma per Saadi non c’era più nulla da fare.

Le indagini si sono subito concentrate sul possibile collegamento tra il femminicidio e la successiva morte dell’ex marito. Un dettaglio inquietante è stato notato sulla scena dell’incidente: sull’asfalto non ci sarebbero segni di frenata, suggerendo che Saadi possa essersi deliberatamente lanciato contro il camion per togliersi la vita. Tuttavia, le condizioni atmosferiche avverse e il manto stradale bagnato rendono difficile stabilire con certezza se abbia effettivamente cercato di frenare, con le eventuali tracce poi cancellate dalla pioggia.

Ora la polizia, coordinata dalla questura di Udine, sta cercando di ricostruire ogni dettaglio di questa tragica vicenda. Gli inquirenti stanno anche cercando conferme sull’uso effettivo del braccialetto elettronico al momento dell’aggressione e dell’incidente. La domanda che rimane aperta è come sia stato possibile che un uomo, formalmente sorvegliato e soggetto a restrizioni, sia riuscito a eludere ogni controllo fino a commettere un delitto e forse togliersi la vita. Un altro caso che pone drammaticamente l’accento sulla vulnerabilità delle vittime di violenza e sull’efficacia delle misure di protezione previste per loro.


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