Un nuovo bollettino sull’emergenza del coronavirus è stato diramato dalla Protezione Civile e più precisamente dal capo Angelo Borrelli. Secondo quanto riferito, al momento sono 2263 le persone che sono state contagiate in Italia, mentre i morti ammontano a 79 ed i guariti a 160. I deceduti sono aumentati di 27 unità rispetto a ieri. 27 persone hanno perso la vita in Lombardia, 7 in Emilia Romagna, 1 nelle Marche, 1 in Veneto ed 1 in Liguria. Le vittime avevano un’età compresa tra i 55 ed i 101 anni.
La maggioranza dei casi positivi al virus è sempre nelle regioni Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna. Ecco le parole di Borrelli: “Al momento sono 1034 le persone ricoverate con sintomi, di cui 229 in terapia intensiva, pari dunque al 10 per cento dei pazienti. Altre 1000 sono in isolamento domiciliare”. Complessivamente i tamponi sono stati più di 25 mila e nelle prossime ore potrebbe anche allargarsi ulteriormente la cosiddetta zona rossa. (Continua dopo la foto)
Infatti potrebbe diventare rossa anche tutta la cintura che fa riferimento al territorio bergamasco. Ma a preoccupare è soprattutto il contagio di una bimba proprio a Bergamo. Come dichiarato dal direttore dell’Istituto Superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, “la bambina è nei primi giorni di vita ed è risultata positiva al tampone del coronavirus. Ora è monitorata, ma non è intubata”. E dunque il propagarsi del virus nella bergamasca fa alzare la guardia. (Continua dopo la foto)
L’assessore al Welfare della Regione Lombardia, Giulio Gallera, ha infatti affermato: “La crescita dei contagi in provincia di Bergamo impone una riflessione dei tecnici. Se ci dicono che l’unico modo è di istituire un’altra zona rossa, ne prendiamo atto. A noi interessa la salute dei cittadini”. L’Istituto Superiore di Sanità ritiene infatti necessario estendere la zona rossa sulla base di alcuni criteri epidemiologici, geografici e di fattibilità della misura. (Continua dopo la foto)
Intanto, in totale nel mondo si registrano 3110 morti e 90893 contagi. L’Organizzazione Mondiale della Sanità fa sapere che “siamo preoccupati che le capacità dei Paesi di reagire al nuovo virus siano compromesse dalla grave e crescente interruzione della fornitura globale di dispositivi di protezione individuale, causata dall’aumento della domanda, dagli accaparramenti e dagli abusi”.
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