Coronavirus, ultime notizie che sconcertano. Lo apprendiamo dopo le dichiarazioni rilasciate dal noto professore Andrea Crisanti, ordinario di microbiologia all’Uniersità di Padova, che ha rilasciato un’intervista su Il Messaggero. L’esperto si dice preoccupato per l’incremento dei nuovi casi di positività al virus riscontrato in nazioni confinanti con l’Italia.
“Guardando i numeri dei Paesi vicino a noi, viene da pensare che avremo problemi con il coronavirus non a ottobre-novembre, come si era ipotizzato, ma già alla fine di agosto. Prima di tutto, sorge anche qualche dubbio: in Italia abbiamo molti casi in meno degli altri Paesi europei, forse non stiamo effettuando i tamponi alle persone giuste”. (Continua a leggere dopo la foto).

Il professore Crisanti aggiunge: “Ma non voglio per forza essere pessimista, magari siamo più bravi, più efficaci nell’isolare i focolai. Comunque sia, sarebbe utile conoscere le ragioni della differenza dei nostri dati con quelli degli altri Paesi. Detto che anche i nostri 275 casi di oggi non sono pochi”. Ancora una volta la prevenzione potrebbe essere l’arma con cui debellare il virus o per lo meno evitare la sua diffusione. (Continua a leggere dopo la foto).

“Bisogna fare un investimento importante per organizzare una reale macchina della prevenzione che consenta di eseguire i tamponi alle frontiere, magari concentrandoci su chi arriva da aree a rischio. Io penso ai tamponi molecolari più affidabili, anche se c’è da aspettare 24 ore. Inoltre, serve un’azione di tracciamento reale di chi entra in Italia”. (Continua a leggere dopo le foto).



E il focus cade ovviamente su una probabile ondata del virus: “Non so se possiamo definirla seconda ondata, ma mi sembra evidente che avremo una fine dell’estate molto impegnativa. Forse anche fine agosto”. Aumentare i controlli alle frontiere, le parole del professore sono idicative: “Innanzitutto cercherei di implementare il sistema di tracciamento del percorso di chi entra in Italia. Questa è la prima cosa. E poi tamponi. D’altra parte due sono le cose: o ti chiudi dentro una bolla, ma è impossibile, oppure fai un investimento senza precedenti sull’informatica e sui macchinari per fare tamponi, bisogna investire su qualsiasi tecnologia che permetta di identificare chi arriva con il virus. Costerà molti soldi, ma come ho già detto altre volte ricordiamoci sempre quando ci è costato il lockdown”.
Malore in discoteca, Debora muore sotto gli occhi degli amici: soccorsi inutili